Il libro di Emanuel Domenech appare a Parigi nel 1867 col titolo "Bergers et Bandits. Souvenirs d'un voyage en Sardaigne". Raimondo Carta Raspi, che pubblica l'opera nella sua collana "Alla scoperta della Sardegna. Collezione di viaggi", fornisce molti ragguagli sulla vita avventurosa del francese (1825-1903), che visita una prima volta l'isola nel 1835, quando frequenta l'Università di Sassari, e una seconda prima del 1867, quando vi torna "colpito dall'analogia delle usanze sarde con ciò che avevo letto nella Bibbia e in Omero".
Nello stesso anno viene pubblicato il libro, dopo il suo rientro in Europa a seguito di un lunga stagione nell'America del nord e in quella centrale. L'opera non si basa sulla conoscenza diretta dell'isola e non ha dunque la pretesa di essere esaustiva e veritiera, ma al contrario scivola talvolta in affermazioni che lo stesso Carta Raspi (traduttore oltre che prefatore) non esita a definire puerili. Facilita questi voli pindarici lo stile narrativo di comparazione specialmente con le Sacre Scritture. In merito ai costumi, ad esempio, egli trova analogie lontanissime, mettendoli in relazione con le fonti dell'antichità; così, nel vestiario delle donne sarde si trovano "molte reminiscenze di come si abbigliavano le Fenicie, Pelasge, Egiziane, Babilonesi e Greche", oppure la stessa sagra di Sant'Efisio gli ricorda le cerimonie greche in onore di Cerere. A Sant'Antioco la popolazione "troglodita" esce dalle caverne dove vive solo per ascoltare la predicazione di un gesuita, e all'Asinara i sardi vivono in case costruite sulle piante di mirto.
Imbarcatosi da Marsiglia su un brigantino noleggiato dal padre egli aveva compiuto in ventisette giorni la traversata per Porto Torres ("piccolo misero villaggio, gaio come un cimitero abbandonato"), e si era recato subito a Sassari, per trattenervisi diversi giorni, fino a descrivere la suggestiva cerimonia dei candelieri. Aveva così avuto inizio il suo viaggio descritto rapidamente e con una penna vivace, dalla quale traspare la verve di un viaggiatore esperto del mondo, una penna sottilmente ironica nel descrivere certe usanze, o certe forme di credulità popolare in cui la fede spesso confina. Spirito romantico, egli enfatizza anche aspetti cupi e drammatici, come lo spirito di vendetta e la violenza di certe usanze, appesantendo eccessivamente certe pagine nel descrivere un'isola antica e immaginaria, troppo lontana dalla realtà di un secolo nel quale ha conosciuto profondi cambiamenti.
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