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Sculpture

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The first sculptural manifestations consist of Neolithic and Eneolithic Mother Goddess figurines. Subsequently, the monoliths known as statue-menhirs appear, classified as masculine, with the dagger, or feminine, with the udders. With the spread of metallurgy (Copper and Bronze Ages), the production of bronzes, the best-known art form among those produced by the Nuragic culture, spread: small bronze statues up to 35-40 cm high.
For the Punic period, the steles, finds from the Tofets, intended for the burial of children born dead or dead in the very first years of life, are worth mentioning. In Roman times, sculpture represented one of the highest forms of art that underwent a predominant Greek influence.
From the early medieval period, numerous fragments have arrived out of context, in particular marble sculptures from church structures and furnishings that could be placed between the end of the fourth and the first decades of the eleventh century: sarcophagi; capitals, bases, frames, lintels, pillars, plutaeums. With the advent of the Romanesque style, sculptural and architectural decorations change and the absence of autonomous works of sculpture stands out. In the Aragonese and Spanish Ages, wooden sculpture spread. Evidence of this are the large carved and gilded altarpieces whose compartments can in fact house one or more statues.
In the second half of the nineteenth century, sculpture in Sardinia was mainly configured in the production of funeral monuments, more rarely in large public equestrian celebratory monuments. Starting in the mid-19th century, the slow process of constructing the peculiarities of Sardinian art began. In the landscape mainly characterized by imported artists and works, the production of Giuseppe Sartorio's workshop from Vercelli stands out. In contemporary times, artists such as Costantino Nivola and Pinuccio Sciola stand out, who, with their expressive peculiarities, recall the island's ancestral soul.

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"Tonino Casula. Ostinato continuo"

La prima importante retrospettiva su Tonino Casula (Seulo 1931- Cagliari 2023), inaugurata il 17 giugno allo Spazio Ilisso di Nuoro, proseguirà sino al 5 novembre. Figura schiva e lontana dai facili circuiti del sistema dell’arte, amata anche da tanti giovani artisti per la profondità analitica, sempre sostenuta da una brillante intelligenza, Casula è considerato il più incisivo fra gli artisti che hanno per scelta operato e vissuto in Sardegna dalla seconda metà del Novecento a oggi. Attraverso una selezione di oltre 80 opere, l’iter espositivo sintetizza i passaggi focali della sua ricerca visiva dai primi anni Sessanta sino a giungere al 2021. Insieme a un nucleo di capolavori, sono proposte le varie pubblicazioni a sua firma (tra le quali la nota Impara l’arte, edita da Einaudi nel 1977) e alcuni materiali originali che documentano la peculiarità e l’originalità del suo metodo. Il lavoro di Tonino Casula è segnato sin dagli esordi da un’irresistibile spinta verso l’innovazione e la sperimentazione dei materiali. L’efficace declinazione in differenti filoni espressivi (pittura, computer art, scrittura, media radio-televisivi) ne restituisce appieno la complessità del pensiero e dell’azione. La fondazione di sedi e centri culturali, l’organizzazione di eventi artistici e la militanza critica (campo di cui è stato profondo teorico), senza dimenticare la docenza sperimentale nella scuola primaria, riconosciuta con titoli e onorificenze dal Ministero dell’Istruzione, sono tutte scelte riconducibili alla sua continua ricerca sulla percezione visiva, mai disgiunta dall’orizzonte costante del suo impegno sociale, che lo rendono una delle figure più straordinarie nel panorama internazionale dell’arte, al pari di Maria Lai e Costantino Nivola. L’allestimento propone un percorso che ha inizio con il deciso passaggio all’astrazione di metà anni Sessanta (Spazi e Transazioni), successivamente ampliata con l’utilizzo di tecniche e materiali sperimentali quali vernici nitroacriliche, feltro, specchi, carte adesive, ondolux e plexiglass (Nitroacrilici, degli anni Sessanta, Vietato, degli anni Settanta). A seguire l’ulteriore svolta di fine anni Ottanta in cui Casula non realizza più opere pittoriche, ma predilige, come più affine, il linguaggio digitale delle Diafanie, proposte mediante monitor (da lui ritenuto il canale espressivo più “giusto” per la contemporaneità), che darà origine a un nuovo filone capace di intrecciare suono e animazione, prima in 2D e poi in 3D. Una personalità poliedrica dunque che questa mostra si propone di delineare in maniera nitida affinché possa essere riscoperta e apprezzata anche dal largo pubblico. Orari: 10-13/15-20 dal martedì pomeriggio alla domenica (chiuso il lunedì e il martedì mattina) Per informazioni: tel. +39 0784 31551 • +39 0784 33033 - email: spazioilisso@spazioilisso.it

Read everything Read everything La prima importante retrospettiva su Tonino Casula (Seulo 1931- Cagliari 2023), inaugurata il 17 giugno allo Spazio Ilisso di Nuoro, proseguirà sino al 5 novembre. Figura schiva e lontana dai facili circuiti del sistema dell’arte, amata anche da tanti giovani artisti per la profondità analitica, sempre sostenuta da una brillante intelligenza, Casula è considerato il più incisivo fra gli artisti che hanno per scelta operato e vissuto in Sardegna dalla seconda metà del Novecento a oggi. Attraverso una selezione di oltre 80 opere, l’iter espositivo sintetizza i passaggi focali della sua ricerca visiva dai primi anni Sessanta sino a giungere al 2021. Insieme a un nucleo di capolavori, sono proposte le varie pubblicazioni a sua firma (tra le quali la nota Impara l’arte, edita da Einaudi nel 1977) e alcuni materiali originali che documentano la peculiarità e l’originalità del suo metodo. Il lavoro di Tonino Casula è segnato sin dagli esordi da un’irresistibile spinta verso l’innovazione e la sperimentazione dei materiali. L’efficace declinazione in differenti filoni espressivi (pittura, computer art, scrittura, media radio-televisivi) ne restituisce appieno la complessità del pensiero e dell’azione. La fondazione di sedi e centri culturali, l’organizzazione di eventi artistici e la militanza critica (campo di cui è stato profondo teorico), senza dimenticare la docenza sperimentale nella scuola primaria, riconosciuta con titoli e onorificenze dal Ministero dell’Istruzione, sono tutte scelte riconducibili alla sua continua ricerca sulla percezione visiva, mai disgiunta dall’orizzonte costante del suo impegno sociale, che lo rendono una delle figure più straordinarie nel panorama internazionale dell’arte, al pari di Maria Lai e Costantino Nivola. L’allestimento propone un percorso che ha inizio con il deciso passaggio all’astrazione di metà anni Sessanta (Spazi e Transazioni), successivamente ampliata con l’utilizzo di tecniche e materiali sperimentali quali vernici nitroacriliche, feltro, specchi, carte adesive, ondolux e plexiglass (Nitroacrilici, degli anni Sessanta, Vietato, degli anni Settanta). A seguire l’ulteriore svolta di fine anni Ottanta in cui Casula non realizza più opere pittoriche, ma predilige, come più affine, il linguaggio digitale delle Diafanie, proposte mediante monitor (da lui ritenuto il canale espressivo più “giusto” per la contemporaneità), che darà origine a un nuovo filone capace di intrecciare suono e animazione, prima in 2D e poi in 3D. Una personalità poliedrica dunque che questa mostra si propone di delineare in maniera nitida affinché possa essere riscoperta e apprezzata anche dal largo pubblico. Orari: 10-13/15-20 dal martedì pomeriggio alla domenica (chiuso il lunedì e il martedì mattina) Per informazioni: tel. +39 0784 31551 • +39 0784 33033 - email: spazioilisso@spazioilisso.it

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