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Royaume d'Italie

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Cagliari, Bastione di Saint Remy. Foto di Pietro Paolo Pinna, 2009, da Risorse digitali Sardegna IDV

Dans la seconde moitié du XIXe siècle, la Sardaigne a connu le climat de rénovation urbaine qui a caractérisé l'ensemble de la péninsule, en s'engageant dans la création de la ville bourgeoise moderne dans l'Italie post-unification.
En ce sens, la figure de Gaetano Cima est fondamentale. Professeur d'architecture à l'université de Cagliari de 1840 à 1864, il a formé toute une génération de techniciens de plus en plus qualifiés, conscients de l'importance de la phase de conception, basée sur les principes d'ordre, de symétrie et de proportion.
Cependant, pendant longtemps, les bâtiments publics ont continué à être caractérisés dans un sens historiciste avec une tendance marquée au monumentalisme et à des styles éclectiques, marqués par des réveils. Les décorations des salles représentatives confiées respectivement à Giuseppe Sciuti et Domenico Bruschi sont emblématiques de Sassari et de Cagliari, et à Cagliari, la construction du nouveau palais civique, qui combine des éléments néo-gothiques et des éléments Liberty.
Le régime fasciste a donné un nouvel élan architectural et urbain. Outre les grands ouvrages routiers, hydrauliques et portuaires, de nombreux bâtiments publics ont été construits au cours des vingt années : instituts universitaires, bâtiments gouvernementaux, écoles, ne sont que quelques-unes des réalités architecturales inspirées de ce style officiel et académique qui caractérisait la construction publique dans toute la péninsule.
Cependant, les bâtiments répondant pleinement aux canons du rationalisme ne manquent pas. La création des villes fondatrices d'Arborea, Fertilia, Carbonia et Cortoghiana a alors été fondamentale, les seuls cas dans lesquels une nouvelle vision des espaces urbains et de l'architecture a pu être réalisée.

Connaissances

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Cavalcata sarda

La penultima domenica di maggio la città di Sassari è teatro di una delle più importanti rassegne folkloristiche della Sardegna. La manifestazione è una preziosa occasione per ammirare i magnifici colori degli abiti e dei gioielli tradizionali dei paesi di quasi tutta l'isola.La penultima domenica di maggio la città di Sassari è teatro di una delle più importanti rassegne folkloristiche della Sardegna. La manifestazione è una preziosa occasione per ammirare, in un percorso che si snoda lungo le strade del centro storico, i magnifici colori degli abiti e dei gioielli tradizionali dei paesi di quasi tutta l'isola. È una cerimonia diversa, profana, dove non è la religione protagonista, ma lo sono proprio i costumi, i canti, i suoni, le danze e soprattutto i cavalieri con le loro spettacolari acrobazie.La Cavalcata, giunta nel 2006 alla sua centosettesima edizione, nella sua versione odierna ricorda la celebre sfilata organizzata il 20 aprile 1899 in onore di Umberto I di Savoia e sua moglie Margherita, giunti nel capoluogo del Capo di Sopra per l'inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele II. Nella sua "Storia di Sassari", però, Enrico Costa ricorda che già nel 1711, negli ultimi anni di dominazione spagnola, il Consiglio Comunale deliberò una "cavalcata" in onore del re Filippo V, cui partecipò tutta la nobiltà sassarese orgogliosa di mettere in mostra i propri costumi e tradizioni. Solo dagli anni '50, in realtà, la manifestazione ha assunto un carattere prevalentemente turistico, arrivando a diventare uno degli appuntamenti più importanti del folklore in Sardegna, insieme a Sant'Efisio a Cagliari e al Redentore a Nuoro.La manifestazione si apre con la sfilata mattutina, cui partecipano gruppi provenienti da tutta la Sardegna, con migliaia di figuranti in abito tradizionale che procedono a piedi, sulle traccas (i caratteristici carri addobbati con fiori e oggetti della quotidianità) o a cavallo in un itinerario che attraversa tutta la città, dalla periferia fino a Piazza d'Italia. Il pomeriggio i visitatori possono, invece, assistere alle acrobazie dei cavalieri che si lanciano in una corsa sfrenata in ardite pariglie, secondo una consuetudine ormai radicata nei secoli con cui gli uomini sardi dimostrano la loro destrezza e forza. Infine, la sera i gruppi, che hanno partecipato alla processione, si ritrovano in Piazza d'Italia per esibirsi sulle note di launeddas e fisarmoniche nei tipici balli sardi.Una giornata di festa, in cui l'identità del popolo sardo si concretizza in una tavolozza infinita di colori, di sonorità senza tempo e acrobazie audaci. Un'atmosfera familiare e affascinante che sorprende ogni anno e rende immortali usi e costumi di questa terra magica.

Lisez tout Lisez tout La penultima domenica di maggio la città di Sassari è teatro di una delle più importanti rassegne folkloristiche della Sardegna. La manifestazione è una preziosa occasione per ammirare i magnifici colori degli abiti e dei gioielli tradizionali dei paesi di quasi tutta l'isola.La penultima domenica di maggio la città di Sassari è teatro di una delle più importanti rassegne folkloristiche della Sardegna. La manifestazione è una preziosa occasione per ammirare, in un percorso che si snoda lungo le strade del centro storico, i magnifici colori degli abiti e dei gioielli tradizionali dei paesi di quasi tutta l'isola. È una cerimonia diversa, profana, dove non è la religione protagonista, ma lo sono proprio i costumi, i canti, i suoni, le danze e soprattutto i cavalieri con le loro spettacolari acrobazie.La Cavalcata, giunta nel 2006 alla sua centosettesima edizione, nella sua versione odierna ricorda la celebre sfilata organizzata il 20 aprile 1899 in onore di Umberto I di Savoia e sua moglie Margherita, giunti nel capoluogo del Capo di Sopra per l'inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele II. Nella sua "Storia di Sassari", però, Enrico Costa ricorda che già nel 1711, negli ultimi anni di dominazione spagnola, il Consiglio Comunale deliberò una "cavalcata" in onore del re Filippo V, cui partecipò tutta la nobiltà sassarese orgogliosa di mettere in mostra i propri costumi e tradizioni. Solo dagli anni '50, in realtà, la manifestazione ha assunto un carattere prevalentemente turistico, arrivando a diventare uno degli appuntamenti più importanti del folklore in Sardegna, insieme a Sant'Efisio a Cagliari e al Redentore a Nuoro.La manifestazione si apre con la sfilata mattutina, cui partecipano gruppi provenienti da tutta la Sardegna, con migliaia di figuranti in abito tradizionale che procedono a piedi, sulle traccas (i caratteristici carri addobbati con fiori e oggetti della quotidianità) o a cavallo in un itinerario che attraversa tutta la città, dalla periferia fino a Piazza d'Italia. Il pomeriggio i visitatori possono, invece, assistere alle acrobazie dei cavalieri che si lanciano in una corsa sfrenata in ardite pariglie, secondo una consuetudine ormai radicata nei secoli con cui gli uomini sardi dimostrano la loro destrezza e forza. Infine, la sera i gruppi, che hanno partecipato alla processione, si ritrovano in Piazza d'Italia per esibirsi sulle note di launeddas e fisarmoniche nei tipici balli sardi.Una giornata di festa, in cui l'identità del popolo sardo si concretizza in una tavolozza infinita di colori, di sonorità senza tempo e acrobazie audaci. Un'atmosfera familiare e affascinante che sorprende ogni anno e rende immortali usi e costumi di questa terra magica.

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