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Nuragique

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Nuragique
Torralba, Nuraghe Santu Antino. Photographie de Gianni Alvito, 2016

La transition de l'Énéolithique à l'âge du bronze représente un moment crucial de l'histoire de la Sardaigne. En fait, des cultures précédentes, nous passons à la civilisation nuragique et le changement terminologique « culture/civilisation » entend déjà exprimer la nature profonde de ce changement.
La civilisation nuragique doit son nom au terme utilisé en sarde pour désigner le monument considéré comme le plus représentatif de cette civilisation, le « nuraghe » en fait.
Il s'agit d'une tour construite à l'aide de grosses pierres (utilisées crues ou traitées plus ou moins régulièrement), à l'intérieur de laquelle se trouvent une ou plusieurs pièces superposées caractérisées par un toit typique appelé « faux dôme » ou « tholos ».
Il existe à la fois dans la version à tour unique et dans la version complexe, avec une tour centrale et d'autres tours l'entourant. Des villages de cabanes en pierre sont alors construits autour de nombreux nuraghis.
Il existe également d'autres types de bâtiments : les « protonurages » (également appelés pseudonuraghi » ou « nuraghies à couloirs »), les « tombeaux de géants », les « temples de puits » et les « fontaines sacrées », les petits temples de « mégaron ».
Les données archéologiques permettent d'affirmer que la civilisation nuragique reposait sur une économie agro-pastorale, mais qu'elle pratiquait également une exploitation importante des ressources minérales (notamment le cuivre et le plomb).
D'un point de vue social, la civilisation nuragique semble avoir été caractérisée par une structure fortement hiérarchisée, dont le sommet devait être occupé par des guerriers, mais également par des personnages liés à des pratiques culturelles, notamment au culte de l'eau qui devait être pratiqué dans les temples à puits.

Connaissances

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La civiltà nuragica_articolo

Il passaggio dall'Eneolitico all'Età del Bronzo rappresenta un momento cruciale della storia sarda. Dalle culture precedenti si passa infatti alla civiltà nuragica e già il cambio terminologico "cultura/civiltà" intende esprimere la natura profonda di tale mutamento.La civiltà nuragica deve il suo nome al termine con cui in sardo viene chiamato il monumento considerato più rappresentativo di tale civiltà, il "nuraghe" appunto. Si tratta di un edificio a torre, costruito con l'impiego di pietre di grandi dimensioni (utilizzate grezze o più o meno regolarmente lavorate), al cui interno si trovano una o più camere sovrapposte caratterizzate dalla tipica copertura denominata a "falsa cupola" o "tholos".Si presenta sia nella versione monotorre sia nella versione complessa, con torre centrale ed altre di contorno. Intorno a numerosi nuraghi vengono poi edificati i villaggi di capanne in pietra.Esistono anche altri tipi di edifici: i "protonuraghi" (noti anche con gli appellativi di "pseudonuraghi" o "nuraghi a corridoio"), le "tombe di giganti", i "templi a pozzo" e le "fonti sacre", i tempietti a "megaron".I dati archeologici consentono di affermare che la civiltà nuragica si reggeva su un'economia agro-pastorale, ma praticava anche un significativo sfruttamento delle risorse minerarie (in particolare rame e piombo).Dal punto di vista sociale, la civiltà nuragica sembra essere stata caratterizzata da una struttura fortemente gerarchizzata, il cui vertice doveva essere occupato dai guerrieri, ma anche da personaggi legati alle pratiche cultuali, in particolare al culto delle acque che doveva essere praticato nei templi a pozzo.

Lisez tout Lisez tout Il passaggio dall'Eneolitico all'Età del Bronzo rappresenta un momento cruciale della storia sarda. Dalle culture precedenti si passa infatti alla civiltà nuragica e già il cambio terminologico "cultura/civiltà" intende esprimere la natura profonda di tale mutamento.La civiltà nuragica deve il suo nome al termine con cui in sardo viene chiamato il monumento considerato più rappresentativo di tale civiltà, il "nuraghe" appunto. Si tratta di un edificio a torre, costruito con l'impiego di pietre di grandi dimensioni (utilizzate grezze o più o meno regolarmente lavorate), al cui interno si trovano una o più camere sovrapposte caratterizzate dalla tipica copertura denominata a "falsa cupola" o "tholos".Si presenta sia nella versione monotorre sia nella versione complessa, con torre centrale ed altre di contorno. Intorno a numerosi nuraghi vengono poi edificati i villaggi di capanne in pietra.Esistono anche altri tipi di edifici: i "protonuraghi" (noti anche con gli appellativi di "pseudonuraghi" o "nuraghi a corridoio"), le "tombe di giganti", i "templi a pozzo" e le "fonti sacre", i tempietti a "megaron".I dati archeologici consentono di affermare che la civiltà nuragica si reggeva su un'economia agro-pastorale, ma praticava anche un significativo sfruttamento delle risorse minerarie (in particolare rame e piombo).Dal punto di vista sociale, la civiltà nuragica sembra essere stata caratterizzata da una struttura fortemente gerarchizzata, il cui vertice doveva essere occupato dai guerrieri, ma anche da personaggi legati alle pratiche cultuali, in particolare al culto delle acque che doveva essere praticato nei templi a pozzo.

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