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Cabras, Città fenicio-punica di Tharros

Cabras, Città fenicio-punica di Tharros

Cabras, Città fenicio-punica di Tharros

Tharros sorge all'estremità meridionale della penisola del Sinis. Si dispiega nel Golfo di Oristano su una sorta di anfiteatro naturale delimitato a nord dalla collina di Su Muru Mannu, a ovest da quella della torre di S. Giovanni e a sud dall'istmo che collega quest'ultima al promontorio di Capo S. Marco.
Il centro urbano di Tharros si è sviluppato nella penisola del Sinis, territorio favorevole all'insediamento umano per la facilità dell'approdo, la pescosità delle acque e la fertilità del suolo. La nascita della città fenicia di Tharros è stata ricondotta ai decenni finali del VII sec. a.C. La presenza di oggetti di origine esterna all'isola, orientali, etruschi e greci sia nelle tombe che nell'entroterra, unitamente ai dati delle necropoli e di alcune emergenze ci offrono l'immagine di un centro di rilevante importanza. I massici interventi urbanistici in età romana hanno cancellato molte tracce delle precedenti civiltà.
L'età punica offre invece una buona documentazione. Dagli studi emerge un'organizzazione territoriale gerarchica in cui l'insediamento maggiore fungeva da centro collettore delle risorse agro-pastorali del territorio, che venne mantenuta in uso anche durante il periodo romano repubblicano, sino alla radicale trasformazione dell'assetto delle campagne in Età Imperiale.
La maggior parte degli abitati punici si presenta di dimensioni ridotte. La città fenicio-punica è caratterizzata dalla presenza di due nuclei di necropoli, disposti rispettivamente a nord e a sud dell'abitato. La necropoli settentrionale si trova a circa un chilometro a nord del colle di Su Muru Mannu. Sono state messe in luce tombe a fossa fenicie ad incinerazione, databili tra la fine del VII ed il VI sec. a.C. La necropoli meridionale era la più estesa, composta da decine e decine di tombe ricchissime, tanto da scatenare una vera e propria caccia all'oro tesoro nel XIX secolo in seguito alla quale molti corredi delle sepolture confluirono in collezioni private e pubbliche, italiane e straniere. La tipologia degli oggetti provenienti dalle necropoli ci offre il quadro di una città piuttosto ricca crocevia delle rotte commerciali del Mediterraneo occidentale: gioielli in oro e argento, ceramiche provenienti dalla Grecia, amuleti di tipo egiziano, sigilli a forma di scarabeo lavorati localmente.
Particolare importanza ricopre il tofet: tipica necropoli delle città fenicie e puniche di occidente destinata alla sepoltura delle ceneri di bambini nati morti o defunti poco dopo la nascita. In Età Fenicia le urne contenenti le ceneri venivano deposte nella nuda terra, talvolta raccolte entro piccoli recinti di lastrine o pietre, ma senza strutture in elevato. In periodo punico, dalla fine del VI sec. a.C. in poi, cominciarono ad essere deposte stele in pietra scolpite con simboli o immagini di divinità. Il tofet di Tharros si colloca sulla sommità del colle di Su Muru Mannu, sfruttando i resti delle capanne di un precedente villaggio nuragico.
Significativa testimonianza della Tharros punica è senza dubbio anche il cosiddetto "tempio delle semicolonne". Posto nell'area centrale pubblica della città, il tempio è stato ricavato dalla roccia viva "per via di levare", intagliando cioè la pietra sino a conformare un podio rettangolare terrazzato, i cui lati lunghi e quello breve posteriore sono ornati con semicolonne scolpite con la stessa tecnica.

Storia degli scavi
Le indagini del sito presero avvio nel 1838 ad opera del marchese Scotti e del gesuita Perotti. Nel 1842 uno scavo voluto dal re di Sardegna Carlo Alberto arricchì di monete d'oro, gioielli e scarabei le collezioni reali di Torino. Grazie al re si ottenne il divieto di scavi clandestini finalizzati all'illecito arricchimento. Nel 1851 Lord Vernon, un inglese che compiva il "Gran Tour" d'Italia, scavò 14 tombe a camera ipogea e, tra l'altro, trovò molti gioielli, che portò con sé in Inghilterra. Le scoperte destarono l'interesse degli abitanti della vicina Cabras che violarono circa 500 tombe. Nel 1860 l'allora direttore del museo di Cagliari, Gaetano Cara, scoprì alcune tombe puniche contenenti ricchi corredi, che sottrasse e offrì ai principali musei di Europa vendendoli infine al British Museum di Londra. Dal 1956 al 1964 Gennaro Pesce portò alla luce parte dell'abitato a est della torre di S. Giovanni e, verso nord, l'area del tofet. Ferruccio Barreca, nel 1958, individuò il tempietto sull'estremità del Capo S. Marco e, dal 1969 al 1973, continuò gli scavi dell'abitato, delle fortificazioni e del tofet. Quest'ultima area fu indagata in collaborazione con Enrico Acquaro.

Bibliografia
G. Pesce, Tharro", in "Enciclopedia dell'arte antica, classica e orientale", VI, Roma 1966, pp. 800-806;
E. Acquaro - C. Finzi, Tharros, collana "Sardegna archeologica. Guide e itinerari", 5, Carlo Delfino, Sassari, 1986;
R.D. Barnett - C. Mendleson, Tharros. A Catalogue of Material in the British Museum from Phoenician and Other Tombs at Tharros, Sardinia, British Museum, London 1987;
M. Falchi, Analisi della configurazione urbana di Tharros, in "Tharros", a cura di P. Desogus, Nuoro, 1991, pp. 23-37;
R. Zucca, Tharros, Oristano, G. Corrias, 1993;
E. Acquaro, C. Finzi, Tharros, collana "Sardegna archeologica. Guide e itinerai", 5, Sassari, Carlo Delfino, 1999;
C. Del Vais, La terza vita di Tharros la città depredata, "Darwin. Quaderni", n. 1 (luglio-agosto 2006), pp. 76-85.

Tipologia Contenuti: Complesso archeologico
Archeologia

Provincia: Oristano

Comune: Cabras

Macro Area Territoriale: Centro Sardegna

CAP: 09072

Indirizzo: SP 6 - località Tharros, San Giovanni di Sinis

Sito Web: www.tharros.sardegna.it/info-e-prenotazioni/orari-e-modalita-di-visita-di-tharros

Aggiornamento

10/10/2023 - 10:02

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