Il termine Neolitico, composto dalle parole greche neos (nuovo) e lithos (pietra), designa l'Età della Pietra Nuova. Con questa espressione ci si riferisce al periodo della storia dell'uomo (per la Sardegna tra il 6.000 e il 2.800 avanti Cristo) contraddistinto da due importanti innovazioni: l’evoluzione del sistema economico e la scoperta della ceramica che determinarono profondi mutamenti anche sul piano sociale.
Il passaggio da un sistema di sostentamento basato sulla caccia, sulla pesca e sulla raccolta di frutti spontanei a un’economia più evoluta imperniata sulla produzione di risorse alimentari tramite l'allevamento di animali e l'agricoltura. La scoperta della possibilità di utilizzare la ceramica, cioè l'argilla sottoposta a cottura, per la produzione di vasellame sfruttabile nelle attività agricolo-pastorali e di raccolta e conservazione delle risorse alimentari. Due innovazioni che portarono allo sviluppo di una maggiore complessità e articolazione delle strutture sociali, in cui gradualmente si afferma il sistema di ripartizione del lavoro per gruppi e una progressiva tendenza alla gerarchizzazione.
Il Neolitico segue la tradizionale ripartizione in sottofasi: il Neolitico antico (6000-4000 avanti Cristo); il Neolitico medio (4000-3400 avanti Cristo); il Neolitico recente (3400-3200 avanti Cristo); il Neolitico finale (3200-2800 avanti Cristo ).
Nel Neolitico recente (3400-3200 avanti Cristo) i dati archeologici diventano sempre più complessi e articolati, perciò gli studiosi utilizzano il criterio distintivo di raggruppare in facies gli insiemi di reperti legati fra loro da alcune affinità, pur senza raggiungere la coerenza e la complessità che caratterizzano le culture vere e proprie. Una di queste facies è nota con il nome di San Ciriaco, dal nome di una località in territorio di Terralba, nell'Oristanese. La produzione ceramica si caratterizza per il tipico profilo dei vasi. Anche la famosa coppa in steatite verde rinvenuta nella necropoli di tombe a circolo megalitico di Li Muri presso Arzachena, in principio ritenuta pertinente alla cultura di Ozieri, viene oggi riferita alla facies San Ciriaco per la forte somiglianza con le sue produzioni ceramiche. È in questa fase che vengono scavate le prime domus de janas (case delle fate), le tipiche tombe a grotticella artificiale, e vengono realizzati, oltre alle tombe a circolo megalitico, i primi dolmen e menhir.
Leggi tutto
Commenti