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15th and 16th centuries

15th and 16th centuries

15th and 16th centuries
Corscica e Sardinia, 1589

15th and 16th centuries: the scientific development of cartography

In the fifteenth century, the scientific development of cartography matured as a result of humanistic studies on Ptolemy's work, whose dissemination was facilitated by the invention of printing. The scientific model represented by the work of the Alexandrian geographer influenced the work of Renaissance cartographers, as well as the Sardinian choreographers of the 16th century, Sigismondo Arquer and Giovanni Francesco Fara.
Sigismondo Arquer's monograph, “Sardinia brevis storia et descriptio”, published in Basel in 1550 in the Latin edition of “Cosmographia” by the geographer Sebastiano Münster, refers to the chorographic method (descriptive analysis of geography). Münster's work was widely distributed and the Arquer's work, the first on the geographical characteristics of the island, was for a long time one of the few sources on Sardinia. Accompanying the text is a geographical map, modeled along the lines of the Ptolemaic tables: it is the first example of conceptualization of insular space by a Sardinian intellectual, however, it still constitutes a schematic draft in which orography and hydrography are summary and imprecise. On the other hand, the map was intended to illustrate a cultured work and to suggest to the reader an identification of the places described: the toponymy is in fact very precise, and - the first time in a scientific map - the locations are called by their current name; cities, ports, castles, villas are depicted with simple but effective drawings that recall their most significant features.
An attempt to reconcile the erudite knowledge of ancient geographers with a Renaissance scientific investigation, is implemented by Giovanni Francesco Fara with the two books “Chorographia Sardiniae”. Written around 1580, the result of direct knowledge of the territory, it has been the main source from which geographers have drawn information for more than two centuries. Although devoid of maps, the work of the Sassari historian, thanks to the wealth of information and calculations of the size of the island, has had a long impact on subsequent cartography.
On the other hand, of anti-Ptolemaic inspiration is the paper of Rocco Cappellino (1577), a military architect who arrived in Sardinia in 1522 on the orders of Charles V to give new structure to the Cagliari fortifications. The result of a direct survey of places, the map is the first cartographic study in which the mountain relief and the main rivers are precisely traced. Toponymy is also very rich in inland areas, hitherto completely ignored by cartographers. Drawn horizontally, however, it also has numerous inaccuracies, including the location to the SE of the Gulf of Cagliari and to the NW of the Gulf of Asinara, which will be taken up by many subsequent cartographers.
The new developments in sixteenth-century cartography are mainly linked to the study of projection methods, analyzed both through mathematical calculation and through geometric procedures. The map of Sardinia by Abramo Ortels (Ortelio), inserted in the “Theatrum Orbis Terrarum” (1570) is precisely based on an oval projection. Sardinia is included in a map that groups the tables of the Mediterranean islands (Sicily, Malta, Elba, Djerba, Corfu). The depiction of the geographer of Antwerp does not add much to what was already known about the shape of the island.
On the other hand, the role of the important map by Gerhard Kremer (Mercator) is quite different, which constitutes a turning point in the cartographic representation of the island. In fact, Mercator is responsible for a particular type of cylindrical projection universally adopted for compiling nautical charts.
The first Mercatorian drawing of Sardinia dates back to 1554 and is included in the “Great Charter of Europe”. This design was then taken up and considerably refined in the “Atlas sive Cosmographicae Meditationes” of 1585 (Sardinia is included in table IC). The design of the coasts and the rich toponymy show an exceptional knowledge of geographical and cartographic sources, which allow him to draw a precise and accurate map with the exact position of the gulfs of Cagliari and Asinara, with the correct identification of the adjacent islands and watercourses.

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XVII secolo

XVII secolo: la geografia accademica La cartografia del Seicento vede affermarsi la "geografia accademica" di Philip Cluver (Cluverio), completamente diversa dalla razionalità scientifica di Mercatore e basata essenzialmente sullo scavo e sul commento delle fonti e dei testi classici.L'applicazione di questo metodo ha portato a dimostrare come la ricostruzione delle condizioni geografiche di età passate non sia possibile senza lo studio e l'osservazione diretta del presente. L'opera del geografo di Danzica, "Sicilia Antiqua, item Sardinia et Corsica", pubblicata a Leida nel 1619, è ricca di informazioni tratte dagli autori antichi, dai documenti epigrafici e dalla visita dei luoghi. Le fonti relative alla Sardegna sono però di seconda mano, tuttavia l'opera costituisce un punto fermo della storiografia sull'isola. La carta riprende gli schemi di fondo dei disegni di Rocco Cappellino, introducendo notevoli modifiche ma continuando a riportare il golfo di Cagliari a SE; il profilo costiero si presenta assai impreciso e l'orografia è convenzionale. La carta venne imitata da numerosi cartografi successivi al punto da diventare un vero e proprio stereotipo.Il disegno di Cappellino è la base di un'altra importante carta del Seicento: la "Sardegna" dall'"Italia" del geografo Giovanni Antonio Magini, stampata a Bologna nel 1620. Per l'atlante d'Italia Magini preparò carte in gran parte originali, delineate in base a rilievi ufficiali. Per la Sardegna dovette ricorrere alla carta di Cappellino, che alla fine del '500 rappresentava l'unico lavoro di prima mano delle località ed eseguito sul campo. La carta, orientata con l'est in alto, riporta integralmente tutte le inesattezze nel disegno costiero, nell'orografia e nella toponomastica del prototipo, tuttavia essa fu ricopiata e imitata in tutta Europa, restando un modello insuperato per oltre un secolo.Dalla seconda metà del XVI secolo, con la crescente minaccia degli stati barbareschi del Mediterraneo, il problema della difesa costiera dell'isola acquista una rilevanza di primo piano. Una conoscenza geografica esatta del territorio diviene quindi sempre più necessaria. Il primo documento cartografico spagnolo è la grande carta della Sardegna a stampa, anonima, conservata nella Bibliotheque Nationale di Parigi. Su di essa appaiono gli stemmi di Filippo IV e Francisco de Vico, giurista e storico sardo, reggente del Supremo Consiglio d'Aragona e autore della "Historia General de la Isla y Reyno de Sardeña", pubblicata a Barcellona nel 1639, cui la carta appare collegata, motivo per cui è lecito supporre una sua elaborazione a Sassari nel terzo o quarto decennio del secolo. La straordinaria importanza di questo documento, oltre alla raffinatezza dell'incisione e alla chiarezza tipografica, sta nel fatto che mostra un'aderenza alla realtà sorprendente. Da un lato appare molto vicina al modello mercatoriano, da cui vengono tratte le coordinate esterne, dall'altro se ne discosta nel disegno costiero che dimostra una conoscenza diretta dei litorali. La linea che indica la costa è ben delineata e sono indicate quasi tutte le torri. Gli alberi indicano l'ampia diffusione del bosco mentre rombi con piccoli punti raffigurano le colture cerealicole. I centri abitati sono disegnati con un simbolismo che evidenzia il numero di abitanti. Tuttavia la carta non ha inciso affatto nell'evoluzione della cartografia dell'isola.Nel XVII secolo, con la progressiva decadenza dello stato spagnolo, cresce nel Mediterraneo la presenza commerciale e politico-militare della Francia, cui corrisponde anche uno sviluppo della produzione cartografica: il primo importante documento francese sulla Sardegna risale al 1640 ed è una carta manoscitta anonima, acquarellata a colori, conservata al British Museum di Londra, sicuramente frutto di ricerche dirette, come mostra la buona conoscenza delle isole minori e della linea costiera. Sono raffigurate numerose località e le città principali sono indicate con vedute prospettiche. Altro importante documento cartografico francese è la "Carte topographique des costes de l'isle de Sardaigne" disegnata a mano e dipinta a tempera nel 1682. In essa è tracciato alla perfezione il profilo costiero, a dimostrazione dell'alto livello di conoscenza delle coste mediterranee da parte della marina di Luigi XIV.

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