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Scrittori contemporanei

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Nel secondo dopoguerra, di pari passo con l'affermarsi della lingua ufficiale dello Stato nella società sarda, si è assistito a un proliferare di opere liriche di medio e alto livello che hanno animato la scena letteraria regionale. Negli ultimi anni si è assistito in Sardegna a un fiorire di opere letterarie in particolare di genere giallistico e noir. Tale produzione ha conosciuto una certa notorietà anche nella penisola.

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Antonio Cossu
Antonio Cossu es escritor, autor de novelas y periodista, y al mismo tiempo animador cultural, a quien debemos la fundación de la revista literaria «La cueva de la víbora».
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Francisco Masala
Escritor bilingüe, Francesco Masala ha publicado libros de poesía, ficción, teatro y no ficción, en sardo e italiano. Las múltiples traducciones a idiomas extranjeros dan testimonio de la universalidad del mensaje de sus...
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Giovanni Lilliu
Giovanni Lilliu, arqueólogo, además de excavar el palacio nurágico de Barumini, ha contribuido con sus estudios y su incesante actividad de divulgación inteligente a dar a conocer y valorar el patrimonio cultural paleosa...
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Giorgio Todde
Giorgio Todde è nato a Cagliari nel 1951. Laureato in Medicina e specializzato in Oculistica, lavora come medico oculista nel capoluogo sardo.
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Maria Giacobbe
Figura di letterata a tutto tondo, incessantemente impegnata attraverso l'attività di scrittrice, saggista, traduttrice e giornalista a diffondere e difendere i valori culturali, politici e sociali nel mondo, Maria Giaco...
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Franco Solinas
Ritenuto uno dei più grandi sceneggiatori e scrittori di cinema del dopoguerra, Franco Solinas nasce a Cagliari nel 1927 e si trasferisce nell'isola della Maddalena con la famiglia dopo la morte del padre.
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Gonario Pinna
Considerato unanimemente uno dei maggiori rappresentanti della storia politica e culturale sarda del '900, Gonario Pinna nasce a Nuoro nel 1898, figlio del noto penalista e deputato Giuseppe, assassinato nel capoluogo ba...
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Salvatore Niffoi
Salvatore Niffoi nasce a Orani (Nuoro) nel 1950. Insegnante di materie letterarie alle scuole medie inferiori, esordisce come scrittore con il romanzo "Collodoro" (Edizioni Solinas, Nuoro), che non ebbe una distribuzione...
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Salvatore Mannuzzu
Salvatore Mannuzzu nasce a Pitigliano (Grosseto) da genitori sardi nel 1930. Venticinquenne inizia una brillante carriera di magistrato.
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Gavino Ledda
Nato a Siligo (Sassari) nel 1938, Gavino Ledda apprende precocemente il mestiere di pastore, dopo essere stato costretto dalla famiglia ad abbandonare la scuola.
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Marcello Fois
Marcello Fois nasce a Nuoro nel 1960 e, compiuti gli studi superiori, si trasferisce a Bologna, dove si laurea in Lettere nel 1986.
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Giulio Angioni
Antropologo e scrittore, Giulio Angioni nasce a Guasila, piccolo centro agricolo non lontano da Cagliari, compie i suoi studi all'Università del capoluogo regionale dove incontra Ernesto De Martino e Alberto Maria Cirese...
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Salvatore Satta
Salvatore Satta, nato a Nuoro nel 1902, è stato giurista e scrittore. Dopo aver conseguito la libera docenza nel 1932 all'Università di Camerino, inizia la carriera universitaria che lo porterà ad insegnare in diversi at...
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Sergio Atzeni
L'autore di alcuni fortunati romanzi pubblicati negli anni ottanta del secolo scorso nasce nel 1952 da un dirigente del Partito Comunista.
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Salvatore Cambosu
Salvatore Cambosu nasce a Orotelli il 5 gennaio 1895. Diplomato al liceo classico e maestro elementare, scrive il suo primo romanzo, "Lo zufolo", nel 1932.
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Giuseppe Dessì
Giuseppe Dessì nacque a Villacidro (Cagliari) nel 1909. Soffrì molto per le continue assenze del padre militare, tanto da avere problemi a scuola.
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La poesia del secondo dopoguerra

Nel secondo dopoguerra, di pari passo con l'affermarsi della lingua ufficiale dello Stato nella società sarda, si è assistito a un proliferare di opere liriche di medio e alto livello che hanno animato la scena letteraria regionale. Nicola Tanda fornisce un elenco di questi poeti nel saggio "La nuova poesia bilingue".Il processo di appropriazione della lingua italiana da parte dei sardi, scrittori e non, non è stato semplice. Per molto tempo, fino a Grazia Deledda, si è pensato che gli scrittori sardi non riuscissero a esprimere grandi opere in italiano perché la lingua del loro vissuto era rimasta quella sarda. In modo particolare anche la poesia sarda in italiano era rimasta legata a certi stereotipi provinciali da cui ha faticato ad uscire. Poteva succedere che la lingua italiana acquisisse caratteri di mancata appartenenza. Emblematico il caso del sassarese Salvatore Ruju che, dopo le prime raccolte in italiano, torna poi all'idioma della sua città con "Agnireddu e Rosina" del 1956. Nel secondo dopoguerra, di pari passo con l'affermarsi della lingua ufficiale dello Stato nella società sarda, si è assistito a un proliferare di opere liriche di medio e alto livello che hanno animato la scena letteraria regionale. Nicola Tanda fornisce un elenco di questi poeti nel saggio "La nuova poesia bilingue", dal quale si evince quanto intensa sia stata l'attività poetica di questi ultimi decenni. Si parte da Pietro Mazza, Attilio Maccioni, Francesco Zedda, Grazia Dore, Elena Pannain Serra, Marcello Serra, Salvatore Fiori, Giovanni Corona, Nunzio Cossu e Franco Fulgheri. Anche Francesco Masala ha scritto numerose liriche in italiano, al pari di un poeta di Gavoi molto apprezzato, Raimondo Manelli, autore di "E il mondo muta" nel 1956. Da segnalare anche Salvatore Virdis, Giuseppe Guiso, Giovanni Floris e Sergio Manca di Mores con il suo "Il gallo blu". Nella produzione poetica del secondo dopoguerra non esiste il monolinguismo. Quasi sempre gli autori sono bilingui e spesso scrivono sia in sardo sia in italiano. Col tempo subentra una sorta di specializzazione per il codice linguistico prescelto. Un posto di rilievo merita Giovanni Maria Cherchi che negli anni Sessanta pubblica diverse raccolte a forte caratterizzazione sociale. Dopo "Il peso del sole", edito nel 1985, passa al verso in idioma sassarese e successivamente al sardo logudorese con "A disora", "Aterue" e "S'ora 'e sa chigula", tutte pubblicate negli anni Novanta. Si segnalano inoltre la nuorese Lucia Pinna, il sassarese Mario Usai, Antonio Marras di Villanova Monteleone Giuseppe Murtas di Milis. Della generazione successiva, quella della rivista "Ichnusa", sono Salvatore Mannuzzu, Ignazio Delogu e Giovanni Campus, che si distinguono per i contenuti estetici della loro opera. Allo stesso modo Bruno Rombi, nei cui versi, come scrive Nicola Tanda, "si inseguono realtà e mito, denuncia e sogno, la parola aspra della vita e la parola incantatrice della poesia". Alla ricerca del significante poetico e a una rigorosa scelta estetico-formale sono legati i nomi di Angelo Mundula, Franco Cocco, Romano Ruju, Giovanni Dettori, Orlando Biddau, Gigi Dessì, Marcella Massidda, Biagio Arixi, Grazia Maria Poddighe, Francesco Sonis e Leandro Muoni che, apprezzato anche come critico letterario, pubblica nel 1985 la raccolta "Musicisti".

Leer todo Leer todo Nel secondo dopoguerra, di pari passo con l'affermarsi della lingua ufficiale dello Stato nella società sarda, si è assistito a un proliferare di opere liriche di medio e alto livello che hanno animato la scena letteraria regionale. Nicola Tanda fornisce un elenco di questi poeti nel saggio "La nuova poesia bilingue".Il processo di appropriazione della lingua italiana da parte dei sardi, scrittori e non, non è stato semplice. Per molto tempo, fino a Grazia Deledda, si è pensato che gli scrittori sardi non riuscissero a esprimere grandi opere in italiano perché la lingua del loro vissuto era rimasta quella sarda. In modo particolare anche la poesia sarda in italiano era rimasta legata a certi stereotipi provinciali da cui ha faticato ad uscire. Poteva succedere che la lingua italiana acquisisse caratteri di mancata appartenenza. Emblematico il caso del sassarese Salvatore Ruju che, dopo le prime raccolte in italiano, torna poi all'idioma della sua città con "Agnireddu e Rosina" del 1956. Nel secondo dopoguerra, di pari passo con l'affermarsi della lingua ufficiale dello Stato nella società sarda, si è assistito a un proliferare di opere liriche di medio e alto livello che hanno animato la scena letteraria regionale. Nicola Tanda fornisce un elenco di questi poeti nel saggio "La nuova poesia bilingue", dal quale si evince quanto intensa sia stata l'attività poetica di questi ultimi decenni. Si parte da Pietro Mazza, Attilio Maccioni, Francesco Zedda, Grazia Dore, Elena Pannain Serra, Marcello Serra, Salvatore Fiori, Giovanni Corona, Nunzio Cossu e Franco Fulgheri. Anche Francesco Masala ha scritto numerose liriche in italiano, al pari di un poeta di Gavoi molto apprezzato, Raimondo Manelli, autore di "E il mondo muta" nel 1956. Da segnalare anche Salvatore Virdis, Giuseppe Guiso, Giovanni Floris e Sergio Manca di Mores con il suo "Il gallo blu". Nella produzione poetica del secondo dopoguerra non esiste il monolinguismo. Quasi sempre gli autori sono bilingui e spesso scrivono sia in sardo sia in italiano. Col tempo subentra una sorta di specializzazione per il codice linguistico prescelto. Un posto di rilievo merita Giovanni Maria Cherchi che negli anni Sessanta pubblica diverse raccolte a forte caratterizzazione sociale. Dopo "Il peso del sole", edito nel 1985, passa al verso in idioma sassarese e successivamente al sardo logudorese con "A disora", "Aterue" e "S'ora 'e sa chigula", tutte pubblicate negli anni Novanta. Si segnalano inoltre la nuorese Lucia Pinna, il sassarese Mario Usai, Antonio Marras di Villanova Monteleone Giuseppe Murtas di Milis. Della generazione successiva, quella della rivista "Ichnusa", sono Salvatore Mannuzzu, Ignazio Delogu e Giovanni Campus, che si distinguono per i contenuti estetici della loro opera. Allo stesso modo Bruno Rombi, nei cui versi, come scrive Nicola Tanda, "si inseguono realtà e mito, denuncia e sogno, la parola aspra della vita e la parola incantatrice della poesia". Alla ricerca del significante poetico e a una rigorosa scelta estetico-formale sono legati i nomi di Angelo Mundula, Franco Cocco, Romano Ruju, Giovanni Dettori, Orlando Biddau, Gigi Dessì, Marcella Massidda, Biagio Arixi, Grazia Maria Poddighe, Francesco Sonis e Leandro Muoni che, apprezzato anche come critico letterario, pubblica nel 1985 la raccolta "Musicisti".

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