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Schmuck

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Schmuck, der gekonnt mit feinen Gold- und Silberfiligranen, roten Korallen, Edelsteinen und Halbedelsteinen gefertigt wurde, ist die unverzichtbare Ausstattung traditioneller Festkleidung. Reich verzierte und verzierte Knöpfe, die in zahlreichen Damen- und Herrenbekleidungen zu finden sind: an den Kragen und Manschetten von Hemden, in Jacken oder an den Ärmeln. Drahtohrringe aus Silber oder Gold, oft mit Kameen, die zoomorphe Figuren darstellen, werden von Frauen seit ihrer Kindheit getragen. Die Halsketten, vielleicht das wichtigste Juwel im gesamten Kit. Gold- und Silberketten aller Längen, an denen ein Anhänger befestigt werden kann, werden oft gleichzeitig zusammen getragen.
Silberketten mit Endclips, gemeißelt und mit zoomorphen oder apotropäischen Figuren verziert, werden für Kleidungsstücke wie Mäntel, Kopfbedeckungen oder Schürzen verwendet. Die aus Edelmetallen und Steinen sowie organischen und anorganischen Materialien geformten Amulette sind mit therapeutischen Kräften ausgestattet und erinnern an religiöse Traditionen und alte magische Praktiken im Einklang mit der Natur und dem Universum.

Gioielleria
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Sardische Juwelen
Juwelen sind ein wesentlicher Bestandteil der Volkskleidung; ihr Vorhandensein steht für festliche und zeremonielle Kleidung und ihr Fehlen für Alltagskleidung. Wie bei der Kleidung haben wir es auch bei der Goldschmiede...
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Bottoni d'argento in filigrana a giorno a sfera schiacciata
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Knöpfe
In der traditionellen sardischen Kleidung hatte der Knopf verschiedene Funktionen: paarweise schloss er den Halsausschnitt des Hemdes; manchmal wurde er verwendet, um die Manschetten des Hemdes zu schließen, während er d...
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 Orecchini in argento a cerchio con metà inferiore avvolta da filigrana
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Ohrhänger
Die Tatsache, dass der Ohrring auf Sardinien einst ein weit verbreitetes Juwel war, ist nicht nur durch die Sammlungen von Exvoten, sondern auch durch Archivdokumente ab dem 17. Jahrhundert ausführlich dokumentiert. Der...
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Collana a vaghi cilindrici in corallo con capsule in filigrana d'argento a giorno
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Halsbänder
Auf Sardinien gehört die Halskette zu den wichtigsten Kostbarkeiten der gesamten Schmuckkollektion, die mit festlicher Damenbekleidung in Verbindung gebracht wird. Der häufigste Typ ist der mit Löchern, die an einer Schn...
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 Catena in argento in due parti
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Ketten
Eine silberne Kette, bekannt unter dem Begriff „Haken“, bestehend aus zwei extremen Elementen und einer Kette, die mit einem oder zwei Segmenten verbunden ist, hatte die Aufgabe, einige Kleidungsstücke sowohl für Männer-...
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 Spilla in argento dorato a motivo fitomorfo
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Verschüttet
Die Brosche ist ein Accessoire der festlichen Damenbekleidung, das auf den meisten Teilen der Insel zu finden ist, trotz ihrer Vielfalt an Formen, Verarbeitungstechniken und Verwendungsmethoden. Zum größten Teil scheint...
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Amuleto in argento e vetro globulare scanalato blu
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Amulette
Die Reize Sardiniens beziehen sich auf religiöse Traditionen und auf weit verbreitetes medizinisches, agrarisches, mineralogisches und naturalistisches Wissen, das immer noch ein wichtiger Teil des Volkswissens auf der I...
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Erkenntnisse

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Abbigliamento maschile

Nell’abbigliamento tradizionale sardo la presenza del copricapo non è prerogativa esclusiva del genere femminile. Tutte le fonti iconografiche confermano la consuetudine degli uomini sardi di coprirsi la testa, spesso con più copricapo sovrapposti (p. es. nelle raffigurazioni del primo scorcio dell’Ottocento l’insieme cuffia + cappello a tesa / berretta a sacco). Nell’immaginario collettivo il copricapo maschile sardo per antonomasia è la berretta a sacco (berrita e sim.), diffusa in tutta l’Isola e comune all’ambito mediterraneo. Di forma allungata e lunghezza variabile, sa berrita è realizzata in orbace, panno o maglia di lana nei colori nero, marrone o rosso. Il modo di indossarla, facendola ricadere sulla spalla o disponendola secondo varie soluzioni sul capo, corrispondeva, tradizionalmente, all’appartenenza a determinate località, categorie sociali o di mestiere. I macellai cagliaritani, per esempio, erano soliti indossarla di colore rosso e ripiegata in due o più cerchi concentrici sulla sommità del capo. L’iconografia del primo Ottocento testimonia l’utilizzo di copricapo rigidi (fez e berretti a tamburello) dalla forma troncoconica o troncocilindrica. Tipico soprattutto del Cagliaritano e dell’Iglesiente è l’uso del fazzoletto quale elemento accessorio della berrita: sovrapposto ad essa, disposto a triangolo e legato sotto il mento; oppure, una volta calzata sa berrita, avvolto, lungo il bordo di essa, attorno al capo. Non mancano i cappelli a tesa, ancora in uso a Teulada nella prima metà del Novecento. Sopra la camicia, con ricami e arricciature nei modelli d’uso festivo, sono spesso presenti corpetti e gilet di varie realizzazioni quanto a tessuti e soluzioni sartoriali. Fra i capispalla si annoverano giubbetti, giacchette cappotti lunghi e cappottini. A Cagliari e nella Sardegna meridionale il cappotto detto serenicu fu importato nei primi decenni dell’Ottocento da cappottari greci. Usato soprattutto dai pastori era il mantello d’orbace (su sacu, su sacu ’e coberri), pesante e ben follato, composto da più teli cuciti in senso longitudinale. Sopravvesti in pelle (colletu e sim.) e pelliccia (pedhes, mastruca e sim.) hanno caratterizzato l’abbigliamento maschile sin dalla più remota antichità. Pantaloni rigorosamente bianchi, prevalentemente di tela, sono indossati sotto i caratteristici calzoni a gonnellino (più rara la tipologia a campana) d’orbace o tela di lana (ragas, cratzonis a roda e sim.) e spesso inseriti nelle ghette  o uose che avvolgono i polpacci e ricadono sulle calzature. Accessorio indispensabile dell’abbigliamento maschile sono le cinture, in pelle intarsiata e/o ricamata, talora dotate di cartuccera o acciarino metallico da usare come pietra focaia, oppure in stoffa a fusciacca, d’importazione nordafricana o levantina, in tessuti di seta operati.

Lesen Sie alles Lesen Sie alles Nell’abbigliamento tradizionale sardo la presenza del copricapo non è prerogativa esclusiva del genere femminile. Tutte le fonti iconografiche confermano la consuetudine degli uomini sardi di coprirsi la testa, spesso con più copricapo sovrapposti (p. es. nelle raffigurazioni del primo scorcio dell’Ottocento l’insieme cuffia + cappello a tesa / berretta a sacco). Nell’immaginario collettivo il copricapo maschile sardo per antonomasia è la berretta a sacco (berrita e sim.), diffusa in tutta l’Isola e comune all’ambito mediterraneo. Di forma allungata e lunghezza variabile, sa berrita è realizzata in orbace, panno o maglia di lana nei colori nero, marrone o rosso. Il modo di indossarla, facendola ricadere sulla spalla o disponendola secondo varie soluzioni sul capo, corrispondeva, tradizionalmente, all’appartenenza a determinate località, categorie sociali o di mestiere. I macellai cagliaritani, per esempio, erano soliti indossarla di colore rosso e ripiegata in due o più cerchi concentrici sulla sommità del capo. L’iconografia del primo Ottocento testimonia l’utilizzo di copricapo rigidi (fez e berretti a tamburello) dalla forma troncoconica o troncocilindrica. Tipico soprattutto del Cagliaritano e dell’Iglesiente è l’uso del fazzoletto quale elemento accessorio della berrita: sovrapposto ad essa, disposto a triangolo e legato sotto il mento; oppure, una volta calzata sa berrita, avvolto, lungo il bordo di essa, attorno al capo. Non mancano i cappelli a tesa, ancora in uso a Teulada nella prima metà del Novecento. Sopra la camicia, con ricami e arricciature nei modelli d’uso festivo, sono spesso presenti corpetti e gilet di varie realizzazioni quanto a tessuti e soluzioni sartoriali. Fra i capispalla si annoverano giubbetti, giacchette cappotti lunghi e cappottini. A Cagliari e nella Sardegna meridionale il cappotto detto serenicu fu importato nei primi decenni dell’Ottocento da cappottari greci. Usato soprattutto dai pastori era il mantello d’orbace (su sacu, su sacu ’e coberri), pesante e ben follato, composto da più teli cuciti in senso longitudinale. Sopravvesti in pelle (colletu e sim.) e pelliccia (pedhes, mastruca e sim.) hanno caratterizzato l’abbigliamento maschile sin dalla più remota antichità. Pantaloni rigorosamente bianchi, prevalentemente di tela, sono indossati sotto i caratteristici calzoni a gonnellino (più rara la tipologia a campana) d’orbace o tela di lana (ragas, cratzonis a roda e sim.) e spesso inseriti nelle ghette  o uose che avvolgono i polpacci e ricadono sulle calzature. Accessorio indispensabile dell’abbigliamento maschile sono le cinture, in pelle intarsiata e/o ricamata, talora dotate di cartuccera o acciarino metallico da usare come pietra focaia, oppure in stoffa a fusciacca, d’importazione nordafricana o levantina, in tessuti di seta operati.

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