Salvatore Satta, nato a Nuoro nel 1902, è stato giurista e scrittore. Dopo aver conseguito la libera docenza nel 1932 all'Università di Camerino, inizia la carriera universitaria che lo porterà ad insegnare in diversi atenei italiani. Nei suoi anni universitari pubblica numerosi studi giuridici tra cui il più importante è un monumentale "Commentario al Codice di Procedura Civile e Diritto processuale civile", un'opera in cinque volumi che ne hanno fatto uno dei più noti processual-civilisti italiani del secondo dopoguerra. Si deve alla sua famiglia se Salvatore Satta è conosciuto anche come romanziere. Infatti, dopo la sua morte, i familiari ripresero le vecchie carte del giurista, scoprendo, nelle pagine di una vecchia agenda, un manoscritto dal titolo "Il giorno del giudizio". Salvatore aveva iniziato a scriverlo nel 1970, non senza sofferenza, riesumando nella memoria le immagini degli abitanti, ormai quasi tutti morti, che "vivevano", se così si può dire, a Nuoro nella sua infanzia. Il libro è una sfilata di personaggi di cui scrittore traccia una minuziosa indagine psicologica. Pubblicato postumo nel 1977, inizialmente è quasi totalmente ignorato. Ma appena pochi anni dopo, ripubblicato da Adelphi, diventa un caso letterario. Oggi il romanzo, tradotto in diciassette lingue, è considerato un'opera letteraria di grande spessore e riscuote ampi consensi da parte della critica più qualificata.
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