Seguici su
Cerca Cerca nel sito

Ula Tirso, Diga di Santa Chiara

Ula Tirso, Diga di Santa Chiara

Ula Tirso, Diga di Santa Chiara

La diga di Santa Chiara è un maestoso sbarramento artificiale (lungo 270 metri e alto 70), oggi dismesso. Si trova nel territorio di Ula Tirso; paese, quest’ultimo, ubicato nella regione storica del Barigadu. I lavori per la realizzazione di quest’opera d’ingegneria idraulica iniziarono nel 1918, quando, finita la Grande Guerra, si cercavano soluzioni all’annoso problema della siccità, alle problematiche legate alla presenza di malsani terreni malarici e all’esigenza crescente di energia elettrica in un territorio piagato dalla povertà.
La progettazione fu affidata all’ingegnere Angelo Omodeo, da cui prese il nome il lago artificiale originato dalla costruzione della diga. A dirigere i lavori fu, invece, l’ingegnere Giulio Dolcetta, figura legata alle grandi opere di bonifica dell’Isola. L’inaugurazione della grande costruzione  rettilinea, ad archi multipli, poggiante quasi completamente su un bancone compatto di trachite, si tenne il 28 aprile del 1924 alla presenza del re d’Italia, Vittorio Emanuele III. 
Contemporaneamente ai lavori finalizzati all’edificazione del grande sbarramento si procedette alla demolizione del piccolo borgo di Zuri, che si trovava a 88 metri sul livello del mare e che sarebbe stato irrimediabilmente sommerso dall’acqua del lago. Il paese fu riedificato a monte, assieme alla chiesa di San Pietro di Zuri, fra i monumenti più importanti dell’architettura medievale isolana, che, smontata, fu fedelmente ricostruita concio per concio. La chiesa in questione deve la sua importanza alla presenza di un’iscrizione che, oltre a farne risalire con certezza la costruzione al 1291, identifica l’identità tanto della committenza (nella persona della badessa Sardigna de Lacon, verosimilmente legata da rapporti di affinità al casato degli judikes di Arborea), quanto dell’architetto nel maestro Anselmo da Como. Tra le figure in rilievo sul portale, oltre a San Pietro con le chiavi, compare una figura in abito monacale, prostrata, verosimilmente identificabile con la badessa Sardigna de Lacon.
L’edificio religioso si segnala, inoltre, per un interessante motivo decorativo in rilievo, che si trova nel capitello compreso tra il fianco destro e il muro dell'abside, da molti interpretato come la più antica rappresentazione di ballo sardo. 
Le acque del lago Omodeo nascondono tesori: una foresta fossile risalente a 20 milioni di anni fa e importanti emergenze archeologiche, come un insediamento prenuragico, domus de janas e tombe dei giganti.
La costruzione della diga di Santa Chiara vide impegnati 16.000 operai (molti dei quali donne). Di essi ben 56 perirono durante l’esecuzione dell’opera, compresa la sorella trentunenne di Antonio Gramsci, Emma.
Intorno alla fine degli anni '60, in occasione di una delle periodiche verifiche a cui la struttura veniva sottoposta, venne riscontrata la presenza di importanti lesioni in alcuni punti critici dello sbarramento, in particolare in prossimità dei contrafforti. Tale stato di cose comportò la ricerca di nuove soluzioni che fossero in grado di far fronte alla vieppiù crescente richiesta di risorse idriche in grado di soddisfare tanto le esigenze agricole, quanto quelle legate all’ambito industriale, specialmente in vista della realizzazione del polo industriale di Ottana. 
Il 23 gennaio del 1997 venne inaugurata una nuova diga, intitolata alla giudicessa Eleonora d’Arborea, che sostituì completamente quella di Santa Chiara. Dopo oltre 70 anni di esercizio, la diga di Santa Chiara venne dismessa e attualmente giace semisommersa nel lago artificiale che essa stessa aveva creato. 

Tipologia Contenuti: Siti o impianti

Provincia: Oristano

Comune: Ula Tirso

Macro Area Territoriale: Centro Sardegna

CAP: 09081

Indirizzo: SP 47

Aggiornamento

26/4/2024 - 11:23

Dove si trova

Commenti

Scrivi un commento

Invia