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Sa tunda

Sa tunda

Sa tunda

A Busachi, paese appartenente alla regione storica del Barigadu, la sera del 31 dicembre un bambino (o una bambina) veniva inviato con sa tunda, un grosso pane circolare decorato simbolicamente con scene di lavoro agricolo o pastorale, alla volta delle abitazioni di tre ragazze chiamate Maria, che (in virtù del nome uguale a quello della Madonna) lo avrebbero benedetto. Il pane, dopo esser stato benedetto, veniva tagliato dal capofamiglia che teneva per sé il primo pezzo e destinava il secondo al bestiame o ai campi.

Il pane nell’immagine a corredo di questo articolo rappresenta una scena di trebbiatura eseguita da due gioghi di buoi. L’abbondanza del grano per terra, entro il circolo dell’aia, era augurio di abbondanza per tutto l’anno, e, segnatamente, per il buon esito dell’annata agraria. La simbologia dei temi rappresentati risponde a una forma di magia simpatica, in virtù della quale il simile attrae il simile. Si riteneva, infatti, che abbondanza dei chicchi di grano effigiata nel pane, anche grazie alla triplice benedizione impartita all’alimento, avrebbe attirato la reale abbondanza del cereale al momento della mietitura.

La prospettiva dall’alto delle decorazioni che arricchiscono questo esemplare di tunda le rende semplificate nella loro bidimensionalità, ma non per questo meno ricche di dettagli. Mentre nel Campidano per la trebbiatura del grano si utilizzavano i cavalli (e in particolare le cavalle), nel centro e nel settentrione dell’Isola il giogo di buoi che percorreva lo spazio dell’aia trascinava una serie di fronde alle quali era connessa una pesante pietra. Tale appendice del giogo si può individuare nelle piccole rappresentazioni bidimensionali in pasta di pane, assieme a pale e forconi, strumenti indispensabili per le operazioni di ventilazione: la separazione del grano dalla pula.

 

(Immagine di copertina: “Sa tunda”, Busachi, anni Sessanta. ISRE).

Aggiornamento

26/1/2025 - 22:44

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