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Olbia, Basilica di San Simplicio

Olbia, Basilica di San Simplicio

Olbia, Basilica di San Simplicio

Olbia è una città di antica fondazione, probabilmente punica nonostante la tradizione che la vuole frequentata dei Greci in Occidente. La chiesa si colloca in posizione sopraelevata e in corrispondenza dell'antica necropoli occidentale romana interessata da continuità frequentativa compresa, allo stato attuale delle ricerche, tra il VII sec. a.C., come uso cultuale e III sec. a.C. e il IV sec. d.C. come uso specificatamente funerario.
L'impianto della chiesa e i suoi committenti, allo stato attuale delle ricerche, non si conoscono affatto. La chiesa è stata studiata archeologicamente e in relazione alle tecniche murarie ha rivelato 5 fasi costruttive, comprese tra un periodo precedente all'XI sec. e la seconda metà del XIII sec..
In origine la basilica, di dimensioni minori, si estendeva sino alla quarta coppia di archi interni con un tetto reso completamente in legno. Problemi legati alla copertura resero necessari chiudere con una volta a ‘botte' le navate laterali, impiegando laterizi disposti in modo longitudinale. Creando ambienti vuoti a coprire le navatelle, uno strato isolante sopra l'abside e edificando su questi strati impiegando nuovo granito, la Basilica venne elevata all'altezza attuale. In seguito, la chiesa verrà allungata di due coppie di archi e vedrà la seconda facciata nell'ultima coppia di pilastri interni. La predisposizione di una torre campanaria mai ultimata, in prossimità della struttura, spinse le maestranze ad avanzare di un'ulteriore coppia di archi la costruzione inglobando la torre.
La chiesa (m 33 x 13, alta 12 m circa) ha pianta a tre navate divise da arcate su pilastri e colonne, secondo un sistema alternato di sostegni. I capitelli sono anch'essi in granito. A coronare i pilastri ci sono abachi spessi di forma a tronco di piramide. Tra i capitelli uno si presenta ad angoli smussati, attestato nella valle del Po a partire dall'Alto Medioevo, mentre quelli decorati presentano la forma generale a tronco di cono rovesciato e altri due ancora sono semplicemente delle basi di colonna impiegate all'uopo. Due di questi capitelli vedrebbero rappresentati rispettivamente: uno facce contornate da volatili e l'altro delle protomi d'ariete, motivi inquadrabili in epoca longobarda.
La navata centrale, coperta da un tetto ligneo, si conclude con l'abside a WNW. La facciata è divisa in due ordini. In quello inferiore si individuano tre specchi. Nel campo interno di un archetto, a s., una formella marmorea presenta una scena con un cavaliere e un'arma lunga a cui si contrappone un angelo con un'arma bianca, scena stilisticamente riconducibile al VII sec.. Nello specchio centrale si apre il portale architravato con arco di scarico, fuori asse rispetto alla trifora dell'ordine superiore e ancora fuori asse rispetto al doppio spiovente del timpano. Inserita nel campo incassato di un arco cieco, la trifora è costituita da due colonnine, di cui una con nodo ofitico. Otto bacini ceramici completano la decorazione. (aggiornamento testo: dr.ssa D. Bacciu)
Ora la Basilica è sede del Museum Civitatense parte del Sistema Museale Diocesano sotto la tutela dell'Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Tempio - Ampurias. Info +39 345 6328150 - museumcivitatense@gmail.com

Storia degli studi
Segnalata fin dal XIX secolo da Giovanni Spano, la chiesa è stata oggetto di notevole attenzione anche nel corso del XX. Si sono interessati alle vicende storico-artistiche del monumento Dionigi Scano, Raffaello Delogu, Renata Serra, Roberto Coroneo e Anna Pistuddi e infine Antonio Careddu e Marcello Cabriolu.

Bibliografia
G. Spano, "Antica città di Olbia, e sua cattedrale", in Bullettino Archeologico Sardo, VI, 1860, pp. 145-149, 173-174;
D. Scano, Storia dell'arte in Sardegna dal XI al XIV secolo, Cagliari-Sassari, Montorsi, 1907, pp. 124-128;
R. Delogu, L'architettura del Medioevo in Sardegna, Roma, La Libreria dello Stato, 1953, pp. 92-95;
R. Serra, La Sardegna, collana "Italia Romanica", Milano, Jaca Book, 1989, pp. 322-329;
R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo '300, Nuoro, Ilisso, 1993, scheda 14;
A. Pistuddi, "La chiesa di San Simplicio ad Olbia (SS): contributo allo studio dei capitelli", in Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Cagliari, n.s. XXI (vol. LVIII) - 2003, Cagliari, 2004, pp. 155-173;
R. Coroneo-R. Serra, Sardegna preromanica e romanica, collana "Patrimonio artistico italiano", Milano, Jaca Book, 2004, pp. 111-122;
R. Coroneo, Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico culturali, Cagliari, AV, 2005, p. 65.
M. Cabriolu, Basilica minore di San Simplicio, Università degli Studi di Sassari, Tesi di laurea in Scienze dei Beni Culturali curriculum archeologico, AA 2018/2019;
A.M. Careddu, Arte e manufatti artistici nella Sardegna medievale. San Simplicio di Olbia, tesi di laurea in Lettere Moderne AA 2006/2007, Università degli Studi di Sassari;
Bacciu D. - Cabriolu M., San Simplicio in Olbia: l'indagine attraverso la lettura delle strutture murarie, in VI ciclo di studi medievali, atti del convegno 8-9 giugno 2020 Firenze, a cura di NUME gruppo di ricerca sul Medioevo latino. Lesmo, Etabeta, 2020, pp. 4-10.

Tipologia Contenuti: Architettura religiosa
Arte

Provincia: Sassari

Comune: Olbia

Macro Area Territoriale: Nord Sardegna

CAP: 07026

Indirizzo: piazza San Simplicio, s.n.c

Telefono: +39 342 5129458

Email: museumcivitatense@gmail.com

Sito Web: https://www.museumtempioampurias.it/basilica-di-san-simplicio

Informazioni sui biglietti e sull\'accesso: Per avere informazioni sulla fruibilità del "Museum Civitatense Basilica di San Simplicio", collocato all'interno della Basilica di San Simplicio, si rimanda al sito web del gestore.

Aggiornamento

26/3/2024 - 12:42

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