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Età bizantina

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Nei secoli della "lunga età bizantina", l'isola vive un corso storico differente rispetto a quello dei territori italici e dell'Occidente in genere. Non viene occupata da popolazioni barbariche né dagli Arabi, non entra a far parte dei domini carolingi e mantiene un'ininterrotta dipendenza politico-amministrativa da Costantinopoli.

Molteplici sono i riflessi di questa particolare situazione storica, nell'archeologia come nell'architettura, nell'arte come nella scrittura e nella lingua sarda.
Alla prima età bizantina risalgono tre grandi chiese cruciformi con cupola, variamente raccordata al vano su cui si imposta. Nel San Saturnino di Cagliari e nel Sant'Antioco i raccordi sono trombe (ricostruiti nella chiesa cagliaritana). Nel San Giovanni di Sinis sono invece pennacchi, tipici dell'architettura costantinopolitana.

Tutti e tre questi grandi edifici bizantini furono ristrutturati in epoca successiva. Funzionarono da modello di riferimento per una serie di piccole chiese, databili fra il VI e il X secolo, caratterizzate dalla pianta a croce con cupola: San Teodoro di Congius, Sant'Elia di Nuxis, Santa Maria di Cossoine sono le più integre e importanti.

A prescindere dagli affreschi di Sant'Andrea Priu (Bonorva), poco si conserva della pittura bizantina in Sardegna.
Di eccezionale interesse è invece la scultura, sia quella del VI-VII secolo (che annovera al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari un bel capitello di produzione costantinopolitana), sia quella del X-XI secolo (specie a Sant'Antioco), che deriva dai tessuti orientali e si lega alle iscrizioni greche con i nomi dei primi giudici di Cagliari.

In questi secoli i locali rappresentanti dell'autorità imperiale di Costantinopoli si trovano ad agire praticamente in autonomia da Bisanzio ed elevano se stessi al rango di "giudici"', di fatto autorità supreme nelle quattro città più importanti dell'isola: Cagliari, Oristano, Porto Torres e Olbia. Si costituiscono così i quattro "giudicati", o regni, nei quali la Sardegna risulta divisa a partire dalla metà dell'XI secolo.

Et? bizantina
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Le iscrizioni greco-bizantine
Nella Sardegna meridionale si conservano alcune iscrizioni medioevali in lingua greca, la cui importanza risiede nel fatto che vi si leggono i nomi dei locali rappresentanti dell'impero romano di Costantinopoli. Si tratt...
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Bizantino

Tra il 460 e il 467 la Sardegna passa sotto il controllo dei Vandali. Nel 534 l'isola viene riconquistata da Giustiniano e ritorna a far parte dell'impero romano, il cui baricentro si era però spostato da Roma a Costantinopoli. Inizia l'età bizantina, destinata a protrarsi fino al 1000 circa e alla nascita dei quattro giudicati. I Vandali erano una popolazione di origine germanica che, migrata verso sud nelle terre dell'impero romano, aveva stabilito il proprio regno dapprima in Spagna, poi in Africa settentrionale. La presenza vandalica in Sardegna si limita al controllo dei centri costieri e non incide sul tessuto amministrativo e culturale, che mantiene caratteri di continuità con la tradizione tardoantica.L'isola viene cristianizzata a partire dai primi secoli. Nel II secolo si ha notizia di cristiani condannati ai lavori forzati nelle miniere sarde. Nel IV secolo si ha la prima notizia di un vescovo isolano (a Cagliari), a cui ne seguono altre nel V. È questa anche l'epoca dei primi martiri locali (San Saturnino di Cagliari, Sant'Antioco, San Lussorio di Fordongianus, San Gavino di Porto Torres). A seguito della dipendenza politica dall'impero romano con sede a Costantinopoli, l'isola viene affidata a due autorità: il "praeses", che svolgeva un ufficio di tipo civile, e un "dux", che si occupava degli affari militari e che, a partire dall'800 circa, dovette assorbire le prerogative del primo, generando la figura dello "iudex" (giudice o re).

Leggi tutto Leggi tutto Tra il 460 e il 467 la Sardegna passa sotto il controllo dei Vandali. Nel 534 l'isola viene riconquistata da Giustiniano e ritorna a far parte dell'impero romano, il cui baricentro si era però spostato da Roma a Costantinopoli. Inizia l'età bizantina, destinata a protrarsi fino al 1000 circa e alla nascita dei quattro giudicati. I Vandali erano una popolazione di origine germanica che, migrata verso sud nelle terre dell'impero romano, aveva stabilito il proprio regno dapprima in Spagna, poi in Africa settentrionale. La presenza vandalica in Sardegna si limita al controllo dei centri costieri e non incide sul tessuto amministrativo e culturale, che mantiene caratteri di continuità con la tradizione tardoantica.L'isola viene cristianizzata a partire dai primi secoli. Nel II secolo si ha notizia di cristiani condannati ai lavori forzati nelle miniere sarde. Nel IV secolo si ha la prima notizia di un vescovo isolano (a Cagliari), a cui ne seguono altre nel V. È questa anche l'epoca dei primi martiri locali (San Saturnino di Cagliari, Sant'Antioco, San Lussorio di Fordongianus, San Gavino di Porto Torres). A seguito della dipendenza politica dall'impero romano con sede a Costantinopoli, l'isola viene affidata a due autorità: il "praeses", che svolgeva un ufficio di tipo civile, e un "dux", che si occupava degli affari militari e che, a partire dall'800 circa, dovette assorbire le prerogative del primo, generando la figura dello "iudex" (giudice o re).

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