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Archeologia industriale

Archeologia industriale

Archeologia industriale

La gran parte delle testimonianze dei processi produttivi oggetto di studio dell'archeologia industriale presenti in Sardegna è costituita dai luoghi legati all'attività estrattiva mineraria. Tra questi uno dei più importanti sia dal punto di vista storico che artistico è l'agglomerato edilizio della miniera di Montevecchio (Guspini, provincia del Medio Campidano), sorto a partire dalla seconda metà dell'Ottocento e sede attiva dell'industria mineraria fino al 1991. Tutti gli edifici-simbolo della miniera (direzione, ospedale, scuola, chiesa, dopolavoro), concentrati in uno spazio unitario, sono realizzati in stili diversi secondo i differenti periodi di edificazione. Si possono osservare dunque richiami all'architettura colta del passato, l'uso del Liberty, soprattutto nelle decorazioni, un linguaggio semplice e funzionale, derivato dal Razionalismo. L'intero sito fa parte del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna, riconosciuto dall'Unesco.

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Seui, Miniera di Corongiu

L'insediamento industriale è situato nel fondo valle alla periferia del paese, in mezzo alle foreste di Montarbu che fornivano il legno per la forza motrice, utile alla lavorazione del minerale. La miniera di antracite fu inizialmente affidata a privati per passare alla società Corr'e boi nell'ultima parte dell'Ottocento, favorita dalla costruzione della ferrovia Cagliari-Arbatax. Dopo alterne vicende la miniera fu dichiarata fallita nel 1959. L'edificio più significativo è la laveria di San Sebastiano in prossimità della strada ferrata, al di là di un ponte in pietra, e si sviluppa su tre piani con altrettanti fabbricati uniti fra loro: una torretta sul lato s. con aperture a due e tre luci separa da pilastrini, un corpo centrale sul quale si ripetono ampie finestre ed un edificio più basso. In particolare nella torretta sono visibili sobrie decorazioni tra Liberty e Art Déco, mentre le lesene angolari presentano fasce bicrome. Sui rilievi circostanti sono le piccole abitazioni e i cameroni per le famiglie e per i minatori scapoli, mentre gli edifici di servizio come il laboratorio e la polveriera sono collocati più in alto. La miniera fa parte del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna, riconosciuto dall'UNESCO.Storia degli studiLa miniera è compresa in varie pubblicazioni di archeologia mineraria in Sardegna.BibliografiaS. Mezzolani-A. Simoncini, Paesaggi e architetture delle miniere, Nuoro, 1993, pp. 291-293.

Leggi tutto Leggi tutto L'insediamento industriale è situato nel fondo valle alla periferia del paese, in mezzo alle foreste di Montarbu che fornivano il legno per la forza motrice, utile alla lavorazione del minerale. La miniera di antracite fu inizialmente affidata a privati per passare alla società Corr'e boi nell'ultima parte dell'Ottocento, favorita dalla costruzione della ferrovia Cagliari-Arbatax. Dopo alterne vicende la miniera fu dichiarata fallita nel 1959. L'edificio più significativo è la laveria di San Sebastiano in prossimità della strada ferrata, al di là di un ponte in pietra, e si sviluppa su tre piani con altrettanti fabbricati uniti fra loro: una torretta sul lato s. con aperture a due e tre luci separa da pilastrini, un corpo centrale sul quale si ripetono ampie finestre ed un edificio più basso. In particolare nella torretta sono visibili sobrie decorazioni tra Liberty e Art Déco, mentre le lesene angolari presentano fasce bicrome. Sui rilievi circostanti sono le piccole abitazioni e i cameroni per le famiglie e per i minatori scapoli, mentre gli edifici di servizio come il laboratorio e la polveriera sono collocati più in alto. La miniera fa parte del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna, riconosciuto dall'UNESCO.Storia degli studiLa miniera è compresa in varie pubblicazioni di archeologia mineraria in Sardegna.BibliografiaS. Mezzolani-A. Simoncini, Paesaggi e architetture delle miniere, Nuoro, 1993, pp. 291-293.

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