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Annibale Grasselli Barni

Annibale Grasselli Barni

Annibale Grasselli Barni è un giornalista e uno scrittore, nato da una ricca famiglia di proprietari terrieri a Cremona nel 1870. Affronta diversi argomenti, scrive una raccolta di versi e le biografie di Vittorio Emanuele III e di Margherita di Savoia, ma si occupa in particolar maniera della questione coloniale italiana, curando l'aspetto dell'espansione in Libia.
Sbarca in Sardegna, a Golfo Aranci, nel 1899, quando ha appena ventinove anni, e non trova il paese così profumato come il nome farebbe intendere: "In verità non risponde al nome poetico che gli hanno dato, giacché il profumato fiore dell'Imeneo, degli aurei frutti, da gran tempo esulò da queste sponde per andare in cerca d'aure migliori". È un giovane ricco, che può permettersi questi viaggi di esplorazione (ha qualche velleità antropologica) e soprattutto di piacere, visto che l'obiettivo principale è la caccia: si muove con una guida, una muta di cani e, armato di tutto punto, comincia a sparare già dalla nave:"A bordo vi sono altri due cacciatori provenienti dal pistoiese che si recano a caccia a Tortolì; l'uno di essi è pratico della Sardegna, ma mi sembra troppo ottimista, l'altro più taciturno mi ispira maggiore fiducia e stringo relazione con lui. Egli mi fa vedere le sue armi e saliti sul ponte con una magnifica Martins, dietro il permesso del capitano, ci mettiamo a sparare a palla ai gabbiani; ma, cosa strana, i gabbiani sembrano abbastanza furbi, si tengono lontani dal piroscafo; a malapena riesco a strappare una penna dell'ala a uno meno accorto degli altri, magro trofeo, che, data la difficoltà del tiro, può accontentarmi in parte". Il viaggio continua impostato in questa maniera, col fucile sempre in mano, in carrozzine, diligenze o più spesso in lunghe marce a piedi. Il Barni attraversa tutta l'isola, fino al golfo di Cagliari. È un paradiso del cacciatore, con sfoggio di armi, munizioni, prede in numero inverosimile, specialmente le beccacce, che per il loro volo improvviso sono le più impegnative. Spara contro ogni tipo di animale, anzi, in verità, verso ogni ombra: "Dopo aver uccisa qualche beccaccia, nel fondo del vallone, già avvolto nell'ombra della sera, faccio la coppiola ad una lepre e una beccaccia; mentre annotta, tiro ad un'ombra che passa veloce sulla mia testa: cade pesantemente fra le macchie di lentischio un superbo germano reale". Il titolo originale del libro, nel 1905, era "In Sardegna (tra una fucilata e l'altra)"; fu ristampato nel 1911, con prefazione della Deledda, senza la specificazione tra parentesi.

Mise à jour

10/3/2025 - 10:20

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