Des parcs, des zones et des monuments archéologiques, des traces de civilisations passées depuis l'âge pré-nuragique, un véritable musée à ciel ouvert.
De vastes zones caractérisées par d'importantes présences archéologiques, organisées à des fins de conservation et présentant un intérêt archéologique élevé, équipées pour l'étude et le tourisme culturel : complexes nuragiques Su Nuraxi di Barumini, Genna Maria di Villanovaforru, Arrubiu di Orroli, Santa Vittoria di Serri, Santu Antine di Torralba, Santa Cristina di Paulilatino.
Sites circonscrits ou monuments individuels. Les tombes circulaires et les grottes funéraires appelées domus de janas (maisons de fées de tradition populaire) ou les monuments mégalithiques tels que les dolmens et les menhirs sont caractéristiques de l'ère pré-nuragique. Nouveaux types de bâtiments datant de l'ère nuragique, tels que les protonurages et les nuraghis, parfois entourés d'un village, ainsi que des temples, des sanctuaires et des structures funéraires telles que les tombes de géants. La colonisation phénicienne ultérieure de la côte sarde, la colonisation punique et la conquête romaine ont déterminé la naissance de centres urbains et la création de nouvelles typologies monumentales et archéologiques.
La Sardegna ha una straordinaria concentrazione di monumenti archeologici e storico-artistici, distribuiti in tutto il territorio, in contesti sia rurali sia cittadini.La tipologia varia a seconda dei periodi storici. Nell'età prenuragica si segnalano casi unici come il grandioso tempio-altare di Monte d'Accoddi; le tombe a circolo e le grotticelle funerarie dette "domus de janas" (letteralmente: case delle fate, della tradizione popolare); i monumenti megalitici come i dolmen e i menhir, che testimoniano forme culturali comuni all'Europa preistorica.L'ingresso della Sardegna nell'età nuragica segna la comparsa di nuovi tipi edilizi, come protonuraghi, e soprattutto il monumento-simbolo: il nuraghe, talvolta circondato dal villaggio. Ai nuraghi si aggiungono templi, santuari e strutture funerarie come le tombe di giganti.La frequentazione delle coste sarde da parte dei Fenici, e la colonizzazione punica poi, determineranno la nascita dei centri urbani e conseguentemente nuove tipologie monumentali, come i tofet (cimiteri per la sepoltura dei fanciulli).La conquista romana introduce anche in Sardegna nuove tipologie di edifici, che rappresentano la tipica espressione del potere di Roma, la cui cultura potrebbe essere legittimamente definita globalizzante "ante litteram". I principali centri dell'isola romanizzata, soprattutto le grandi città costiere di Cagliari, Nora, Sant'Antioco, Tharros e Porto Torres, comprendono terme, acquedotti, ponti, teatri e anfiteatri.La crisi dell'impero e la cristianizzazione determinano anche in Sardegna l'introduzione di nuove tipologie architettoniche: le prime chiese cristiane, le chiese bizantine a pianta cruciforme cupolata. Dal tessuto storico di cultura bizantina si passa, superata la soglia del Mille, ai nuovi assetti della Sardegna giudicale, con la grandiosa fioritura delle chiese romaniche.A queste si sostituiranno o si accompagneranno, nei secoli, quelle gotico-italiane, gotico-catalane, manieriste, barocche e tardobarocche, neoclassiche, fino alle architettura del dopoguerra.In parallelo si assiste alla costruzione di castelli, case e palazzi dell'aristocrazia laica ed ecclesiastica.Sempre nel campo dell'architettura civile si annoverano strutture militari come le torri costiere, finalizzate alla difesa dell'isola dalle incursioni barbaresche.L'età compresa fra l'Unità d'Italia e la ricostruzione dopo il secondo conflitto mondiale è caratterizzata dall'allineamento sempre più marcato dell'architettura isolana alle tendenze internazionali, con risultati che vanno dagli edifici storicismi del primo Novecento a quelli razionalisti del regime fascista, alle realizzazioni di alcuni dei più significativi architetti contemporanei.
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