Seguici su
Cerca Cerca nel sito

Pascale Dessanai

Pascale Dessanai


Dessanai ricopre un ruolo di rilievo nella storia della produzione poetica "in limba", in particolare per la sua maturazione e il successivo rifiuto degli stilemi linguistici e delle forme troppo letterarie della poesia "arcadica" logudorese.
Le ferree regole con le quali fino al primo Novecento si "doveva" scrivere o cantare poesia in sardo vengono contestate nel famoso sonetto "Ribellione" (noto anche col titolo "A Lia"): "Ma como istraccu de ti narrer dea / mi rebello a s'arcadica manera / de ti cherrer amare chin s'idea". Questa coscienza del superamento della poesia come idillio pastorale, o vuoto esercizio metrico, fa dell'opera del Dessanai un punto di svolta della poesia in lingua sarda, specie per questo passaggio dal logudorese illustre alla variante naturale di Nuoro.
Sulla vita, la figura e l'opera di Pascale Dessanai esiste una completa monografia, pubblicata nel 2000 a firma di Giancarlo Porcu. Nasce a Nuoro nel 1868 e muore nel 1919, quasi in esilio forzato, a Uras. Non ha una vita facile sia per le umili origini sia per le sue idee politiche. Vive grazie alla sua professione di impiegato (che non lo soddisfa), ma partecipa attivamente agli avvenimenti politici e culturali del suo tempo.
Aleggia un piccolo mistero sull'origine del cognome Dessanai, in quanto il padre, emigrato dal villaggio di Laconi, si chiamava Luigi Sanna. Secondo il giornalista contemporaneo Stanis Manca, Dessanai era "un personaggio misterioso, di una magrezza fenomenale e poveramente vestito". Secondo Grazia Deledda "un famoso poeta vernacolo sardo, povero impiegatuccio, mezzo matto". Fu amico del pittore Antonio Ballero e con il suo apporto grafico compose la lirica "Cherrende".
La prima raccolta di versi, pubblicata a soli 21 anni, si intitola "Néulas" ed è ancora legata al manierismo del logudorese illustre. Viene arrestato per breve periodo, a causa dei versi troppo espliciti scritti in occasione dell'assassinio di re Umberto I. È molto sensibile ai problemi della gente comune ed è un seguace dell'anticlericalismo. I suoi versi sono un vero e proprio atto di denuncia della corruzione civile e amministrativa della Sardegna in generale, e di Nuoro in particolare, di quegli anni. Da segnalare, quale opera di rilievo, "Sa morte de Pettenaju", affresco variopinto della Nuoro di quel tempo.

Aggiornamento

11/5/2023 - 16:44

Commenti

Scrivi un commento

Invia