La liturgia cattolica e la Chiesa ortodossa celebrano la nascita di Maria l’8 settembre. La Natività della Madonna è conosciuta anche come la festa di Santa Maria Bambina. Le celebrazioni e i riti festivi sono diffusi in tutta l’Isola. Qui ci limiteremo a menzionare, a titolo esemplificativo, alcuni esempi.
A Bonorva Santa Maria Bambina, che del paese in provincia di Sassari è patrona, è stata omaggiata nel 2014 con un apposito murale che la rappresenta, eseguito dall’artista Pina Monne.
Particolarmente suggestiva, durante la festa bonorvese, della durata di tre giorni, è la processione per le vie del paese col simulacro di Santa Maria Bambina. A Nule, nel Goceano, e a Usini, nella sub-regione storica del Coros, la processione è anche un momento di esibizione folkloristica. A Usini la processione che attraversa le vie del paese comprende non solo la banda musicale di Ploaghe, il coro di Usini, la Confraternita di Santa Croce, ma anche figuranti con indosso gli abiti tradizionali di Uri, Sorso, Ittiri, Sennori, Osilo, Nuoro, Ploaghe, Bitti, Thiesi, Ossi, Burgos, Tissi, Trinità d’Agultu.
Alla festa che celebra la Natività di Maria è associata, come nel resto d’Italia, una forte devozione popolare. Tanto che a Quartu Sant’Elena durante la Santa Messa dell’8 settembre vengono affidati a Santa Maria Bambina tutti i nuovi nati dell’anno in corso. Nella stessa Quartu Sant’Elena Santa Maria Bambina è anche denominata Santa Maria Cepola, dal nome della chiesetta dov’è custodito il simulacro che lo stesso giorno della Natività percorre alcune strade della città, accompagnata dalla banda musicale e dal gruppo folk. Probabilmente costruita sui ruderi di una chiesa paleocristiana, la chiesa di Santa Maria Cepola è documentata dall’XI secolo. “Cepola”, toponimo d’origine incerta ma ben attestato dalle fonti medievali, verosimilmente designava un villaggio oggi inglobato come quartiere all’interno di Quartu. Il nome di luogo, non più compreso, ha finito per essere utilizzato con la funzione di determinazione del titolo della Madonna, o a livello popolare deformato in Cipudda (Cipolla), Santa Maria Cipolla.
A Samugheo per i due giorni dei festeggiamenti (7 e 8 settembre) la vita comunitaria si sposta alla volta della chiesetta campestre intitolata a Santa Maria. Il pomeriggio del 7 una lunga processione parte dalla chiesa parrocchiale del paese e si dirige verso la chiesa campestre col simulacro di Santa Maria Bambina. All’arrivo all’interno del santuario viene cantato il rosario. Dopo la cena, preparata nei muristenes e consumata in prossimità del santuario, al suono della fisarmonica, prendono il via i balli tradizionali.
Infine, a Siurgus Donigala, paese della Trexenta, in occasione delle celebrazioni della Natività di Maria si assiste all’offerta rituale del cero alla Madonna. Il paese or ora nominato si distingue dagli altri centri della Sardegna (Sassari, Nulvi, Ploaghe, Iglesias), nei quali i ceri di un tempo oggi sono candelieri di legno (o a Nulvi di canne e cartapesta), oltre che per il materiale, per l’occasione dell’offerta alla Vergine: la sua Dormitio e Assunzione al cielo della Madonna e non la sua Natività.
Il cero più antico a Siurgus Donigala risale al 1600. Vi sono, poi, una cinquantina di ceri riconducibili a epoche più recenti, rigorosamente realizzati in cera vergine e offerti alla Madonna dagli abitanti del luogo. Ve ne sono, inoltre, tre omaggiati dalle comunità di Dolianova, Nurri e Orroli.
Secondo tradizione, i festeggiamenti prevedono una suggestiva processione in occasione della quale i più giovani e in forze fra gli abitanti del paese portano in spalla i ceri votivi.
Al rito religioso seguono appuntamenti civili con gare poetiche e spettacoli musicali.
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