La chiesa sorge in un uliveto corrispondente al sito della "villa" di Innoviu o de Annoico, citata nel "Condaghe di San Pietro di Silki" (XI-XIII secolo), dalla quale proviene la denominazione di Noi Noi.
La chiesa di Sant'Antonio di Noi Noi rappresenta un esempio di Romanico minore, che trae il principale motivo di fascino dall'organico inserimento nel paesaggio.
In assenza di documentazione sull'epoca d'impianto, può essere ascritta alla prima metà del XIII secolo per via dei suoi caratteri costruttivi. La pianta è ad aula mononavata con abside ad E e copertura originariamente in legno. Nel XVII secolo l'aula fu voltata a botte e al fianco N fu addossato un ambiente comunicante con l'interno.
Le murature sono in conci calcarei di media pezzatura. I paramenti murari esterni sono lisci e conclusi da una semplice cornice modanata. Nella facciata si apre un portale architravato e sormontato da un arco di scarico a tutto sesto. In asse con il portale vi è una luce a forma di croce, contornata da otto alloggi per bacini ceramici, oggi perduti. Sulla facciata si innalza un grande campanile a vela.
Storia degli studi
I primi studi sulla chiesa sono di Vico Mossa (1965). È menzionata un ventennio dopo da Gian Filippo Orlandi (1985). Gli scritti più recenti sono di Roberto Coroneo (1993) e di Marisa Porcu Gaias (1996).
Bibliografia
V. Mossa, Architetture sassaresi, Sassari, Gallizzi, 1965, pp. 77-78;
R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo '300. Nuoro, Ilisso, 1993, scheda 107;
M. Porcu Gaias, Sassari. Storia architettonica e urbanistica dalle origini al '600, Nuoro, Ilisso, 1996, p. 39;
R. Coroneo, Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico culturali, Cagliari, AV, 2005, p. 26.
Tipologia Contenuti:
Architettura religiosa
Provincia: Sassari
Comune: Sassari
Macro Area Territoriale: Nord Sardegna
CAP: 07100
Indirizzo: viale Porto Torres, s.n.c.
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Anno : 1799
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