La novella di Grazia Deledda intitolata Due Miracoli (1897) si apre con l’immagine di una donna, zia Batòra, recante in mano un rosario di madreperla, segno di devozione mariana, intenta ad ascendere «il sentiero dirupato che mena dal villaggio di Bitti alla sovrastante chiesa del Miracolo, cioè di nostra Signora del Miracolo».
Zia Batòra pregava e ogni tanto si fermava per dare l’elemosina ai mendicanti, che fermi sugli angoli del sentiero chiedevano la carità «a voce alta e cadenzata, con lunga cantilena e con la mano tesa».
Ogni anno, nell’ultimo scorcio di settembre, presso il piccolo santuario del Miracolo, sito in cima al colle di Gorofai che
domina l’intero centro abitato di Bitti, si svolgono la novena e festa dedicata a Nostra Signora del Miracolo. Con poche pennellate ancora Grazia Deledda ci restituisce il clima suggestivo e ricco di giubilo della festa.
«La folla variopinta si accalcava per la strana via e sulla spianata ampia della chiesa. Giù Bitti col selvaggio borgo di Gorcai a fianco, esultava, con le strade piene di gente, nel sole di settembre, tutto circondato dalla vallata verde, fresca, scintillante».
Nella chiesa campestre si trova una piccola statua della Madonna col Bambino, di datazione sconosciuta, ma oggetto di grande venerazione da parte di fedeli e pellegrini. Secondo la tradizione orale una bambina nata muta cominciò a parlare proprio in presenza della sacra effige. Anche un passo della succitata novella lascia intendere la grande devozione popolare nei confronti di tale simulacro:
«la folla, venuta da villaggi lontani, traverso montagne e vallate, si accalca ancora sotto la nicchia della piccola Madonna miracolosa, che sorride misticamente, misteriosamente, — e d’anno in anno si sparge per le turbe commosse la voce di un nuovo miracolo».
Il santuario è, inoltre, legato alla riappacificazione fra i paesi di Bitti e Pattada, suggellata da un matrimonio celebrato proprio nella chiesa del Miracolo, dopo un periodo di faide sanguinose, aventi avuto all’origine un furto di bestiame.
Il complesso cultuale quale si presenta nella sua attuale fisionomia è stato edificato in epoca recente (fra il 1964 e il 1984). Per la costruzione del nuovo edificio fu necessario abbattere quello precedente, di cui ora rimane solamente l’ingresso con l’antico arco in granito e una porzione delle cumbessias, piccoli alloggi per i pellegrini.
Dispensatrice dei miracoli, alla fine della novella di Grazia Deledda, Nostra Signora del Miracolo elargirà non un solo, bensì due miracoli.
Momento culminante della festa è la processione che, partendo dalla Parrocchiale di San Giorgio, raggiunge il santuario campestre in cima al colle di Gorofai. Gruppi di amazzoni e cavalieri, con indosso gli abiti festivi di Bitti e Pattada, avanzano esibendo antichi e sontuosi stendardi. Seguono centinaia di giovani anch’essi abbigliati secondo tradizione, sicché questo momento rituale, oltre che manifestazione di autentica devozione, è anche occasione di esibizione del patrimonio folklorico, specie di quello vestimentario tradizionale. Sono protagonisti assoluti i paesi di Bitti e Pattada, che ogni anno rendono grazie alla Madonna del Miracolo per aver fatto tornare la pace fra i due paesi.
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Autore : Bussu, Salvatore
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