Attualmente la chiesa è compresa nell'abitato, ma un tempo si trovava al di fuori delle mura presso la ormai demolita porta Utzeri. Da qui partono i Candelieri nell'annuale processione devozionale che vede coinvolte le corporazioni di mestieri e l'intera popolazione sassarese.
Santa Maria di Betlem si impone nel panorama monumentale sassarese per via dell'interesse e della ricchezza delle sue forme architettoniche, che abbracciano un lungo arco cronologico, dal XIII al XIX secolo. La comunità francescana si sarebbe insediata nell'area dal 1274 e ancora oggi il complesso è annesso a un convento di frati minori.
L'impianto gotico originario, probabilmente dell'ultimo quarto del XIII secolo, doveva essere a croce "commissa", con paramenti murari in calcare, aula mononavata con transetto e copertura lignea. In seguito la demolizione del transetto e l'innalzamento di una pseudocupola cancellarono le strutture d'impianto nella zona presbiteriale, più volte rimaneggiata a partire dal XIV secolo. Di questo periodo si conserva una cappella presbiteriale, con volta a crociera su archi ogivali che nascono da capitelli con foglie a "crochet".
La facciata duecentesca è tripartita in orizzontale e delimitata da due robuste paraste. Il portale è architravato e strombato con una successione di tori e gole. Diviso da una cornice modanata, il secondo ordine ospita un grande oculo coevo all'impianto duecentesco. Nel frontone in asse con il portale e l'oculo si apre un'altra luce, probabilmente del 1711.
Storia degli studi
La chiesa è menzionata da Vittorio Angius (1849) e il generale Alberto Della Marmora (1860) la cita nel suo "Itinerario". La ricerca storico-artistica è stata intrapresa negli anni cinquanta del secolo scorso da Raffaello Delogu. I contributi più completi sono di Roberto Coroneo (1993) e di Marisa Porcu Gaias (1996).
Bibliografia
V. Angius, voce "Sassari", in G. Casalis, Dizionario geografico storico-statistico-commerciale
degli Stati di S.M. il re di Sardegna, XV, Torino, G. Maspero, 1849, p. 315;
A. Della Marmora, Itinerario dell'isola di Sardegna, Cagliari, Alagna, 1868, p. 598;
R. Delogu, L'architettura del Medioevo in Sardegna, Roma, La Libreria dello Stato, 1953, pp. 196-197;
M. Botteri, Guida alle chiese medievali della Sardegna, Sassari, Chiarella, 1978, p. 130;
A. Sari, "Dove partono i candelieri", in Almanacco di Cagliari '89, 1988, senza pagine;
A. Casula, "La cinta muraria e alcune testimonianze del periodo romanico e gotico", in Sassari: le origini, Sassari, Chiarella, 1989, p. 144;
S. Naitza, Architettura dal tardo '600 al classicismo purista. Nuoro, Ilisso, 1992, scheda 75;
R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo '300. Nuoro, Ilisso, 1993, scheda 150;
F. Segni Pulvirenti - A. Sari, Architettura tardogotica e d'influsso rinascimentale. Nuoro, Ilisso, 1994, scheda 28;
M. Porcu Gaias, Sassari. Storia architettonica e urbanistica dalle origini al '600, Nuoro, Ilisso, 1996, pp. 75-78;
G. Piras, "Le epigrafi funerarie medievali della chiesa di S. Maria di Betlem in Sassari", in Biblioteca Francescana Sarda, X, 2002, pp. 69-73;
A. Sari, Arcidiocesi di Sassari, collana "Chiese e arte sacra in Sardegna", Cagliari, Zonza, 2003;
R. Coroneo, Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico culturali, Cagliari, AV, 2005, p. 26.
Tipologia Contenuti:
Architettura religiosa
Provincia: Sassari
Comune: Sassari
Macro Area Territoriale: Nord Sardegna
CAP: 07100
Indirizzo: piazza Santa Maria, s.n.c.
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Autore : Moretti, Italo <1937-2022>
Autore : Sari, Aldo
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