In the recent and final Bronze phases (1300-900 BC), the Nuragic civilization reached the apogee of its historical parable.
As far as the island situation is concerned, monumental presences come to occupy and control every portion of the territory, allowing the full and effective development of the social, political and economic potential of which the Nuragic peoples were carriers.
Other giant tombs are built, experimenting with new architectural solutions, and many nuraghi are erected, while other older buildings are transformed from single-tower nuraghi into polylobed nuraghi, that is, with several towers.
Although they reveal older phases, nuraghi such as Su Nuraxi di Barumini (classified by UNESCO among the monuments that constitute the cultural heritage of humanity), Santu Antine di Torralba, Losa di Abbasanta, Arrubiu di Orroli take their definitive form.
Many of the villages created in the previous phase, especially those topographically associated with nuraghi, undergo significant dimensional growth (a striking example of this phenomenon is offered to us by the village of Su Nuraxi di Barumini). However, as the most recent studies and research show more and more decisively, topographically autonomous villages, that is, not near a nuraghe, are not at all rare. Even this fact can legitimately be interpreted as an eloquent sign of the intensification of Nuragic territorial control that characterizes this chronological phase.
In this chronological phase, the construction of sacred buildings is also concentrated, both those linked to the cult of water, such as well temples (for example Sant'Anastasia di Sardara, Santa Vittoria di Serri, Santa Cristina di Paulilatino, Predio Canopoli di Perfugas) and sacred sources (such as Su Tempiesu di Orune, Rebeccu di Bonorva); and little temples like “Megaron” (such as Cuccureddà by Esterzili, Serra Orrios by Dorgali), whose specific cultural value is not still completely clear.
Near some particularly important Nuragic temples (as in the case of Santa Vittoria di Serri), “federal sanctuaries” were born, vast villages interpreted as areas where periodic meetings between faithful from different areas should take place on the occasion of holidays that were particularly important for island religion.
In this phase, economic and political contacts with contemporary Mediterranean populations are also intensifying, in particular with Mycenaeans and Cypriots, interested in the mineral resources of Sardinia. The findings of 'pot' and 'ox skin' ingots are significant in this regard.
L'estrazione e la lavorazione di metalli erano pratiche già note nella precedente Età del Rame, ma è nell'Età del Bronzo, proprio con l'affermarsi della civiltà nuragica, che la metallurgia si afferma come autentica risorsa economica e culturale.L'estrazione e la lavorazione di metalli erano pratiche già note nella precedente Età del Rame, ma è nell'Età del Bronzo, proprio con l'affermarsi della civiltà nuragica, che la metallurgia si afferma come autentica risorsa economica e culturale.I metalli estratti e lavorati in Sardegna erano il rame e il piombo. Sia il rame sia il piombo venivano trasportati e commercializzati in lingotti.La sempre più raffinata capacità di lavorare il rame in lega con lo stagno (è questa lega, appunto, che chiamiamo ''bronzo'') sviluppata in età nuragica consentì di la produzione di una notevole varietà di manufatti metallici: spade, pugnali, asce, spilloni, fibule, anelli, bracciali, pettini, rasoi, martelli, molle da fonditore, palette da carbone, ecc.Altrettanto importante era però anche la produzione di altri manufatti in bronzo: i cosiddetti ''bronzetti'', che rappresentano la forma d'arte più nota tra quelle prodotte dalla cultura nuragica.Si tratta di piccole statue in bronzo (gli esemplari noti giungono dimensionalmente ad un'altezza massima di 35-40 cm) ottenute con la tecnica detta ''a cera persa''.Tale tecnica prevedeva, in una prima fase, la realizzazione in cera del modello di oggetto che si intendeva realizzare in metallo; in una seconda fase si rivestiva l'oggetto in cera con argilla refrattaria; nella fase finale si versava il bronzo fuso al posto della cera.Queste statuine, create (si ritiene) con funzione di ex voto, raffigurano una vasta gamma di personaggi: arcieri, opliti, pugilatori, lottatori, varie figure femminili, vari tipi di animali, numerosi oggetti legati alla vita quotidiana, modellini di nuraghe, navicelle e altro ancora.Si tratta per noi di una preziosa fonte iconografica, capace di restituirci uno spaccato molto efficace e suggestivo del mondo nuragico.Se, come si è detto, non sembra esservi dubbio tra gli studiosi sull'attribuzione della già citata funzione di ex voto a questa categoria di oggetti, non del tutto chiara appare la loro cronologia (oscillante, a seconda delle opinioni, tra la fine del Bronzo finale e la piena Età del Ferro).
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