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Peppino Mereu

Peppino Mereu


Pur in un brevissimo arco di vita, Peppino Mereu scrive tanto: con realismo e cruda satira setaccia ogni tipo di ambiente isolano, ogni situazione emotiva e ne trae versi acuti, immagini uniche, sconvolgenti per i suoi tempi.
Nacque a Tonara nel 1872 da una famiglia non benestante. Orfano di padre e di madre, quarto di sette fratelli, divenne carabiniere per necessità. Lavorò per quattro anni in varie zone della Sardegna finché, ammalatosi, rientrò al suo paese natale, dove morì nel 1901.
Egli rompe sia gli schemi dell'Arcadia sia quelli della poesia improvvisata tradizionale. Scrittore di confine, rigetta la finta purezza del logudorese arcadico per mescidarlo con la ricchezza lessicale di tutto il sardo e con l'italiano. Sotto il velo del cinismo traspare però un fondo di malinconia. Per definire la sua poesia si richiamano i poeti "bohémiens", la scapigliatura, i "poeti maledetti". Personaggio complesso (i compaesani lo chiamavano "Su misteriosu"), Mereu per i sardi è soprattutto l'autore di "Nanneddu meu", che in poco più di trenta strofe riassume lo stato d'animo dei Sardi nei confronti dei cambiamenti, sociali. La sua opera sarebbe rimasta pressoché sconosciuta se Nanni Sulis, destinatario del componimento, non avesse trascritto le sue poesie più belle contro la stessa volontà de "Su misteriosu".

Aggiornamento

10/3/2025 - 12:04

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