Il villaggio è situato nella regione del Mandrolisai. Guarda da un colle verso la vallata del lago Coghinadorza, il Monte Marghine, il Monte Ballu e le colline portano verso la valle del Tirso.
Il villaggio conta finora una cinquantina di capanne. I vani hanno pianta circolare e sono costruiti per la maggior parte con filari di blocchi di granito locale appena sbozzati (altezza residua m 1/1,50). Spesso inglobano massi di roccia affiorante per dare maggiore stabilità alle strutture.
La copertura era costituita da pali e frasche, come nelle attuali "pinnettas" dei pastori. Argilla e sughero venivano utilizzati come materiali isolati per le coperture e gli interni.
Le più recenti campagne di scavo hanno interessato 11 vani situati nella parte più alta del colle, giacché questo settore del villaggio - data l'asperità del terreno - non era stato sconvolto dai lavori agricoli e quindi offriva la possibilità di indagare situazioni stratigrafiche ancora intatte.
Lo scavo di una di queste capanne, il cosiddetto "vano F" - edificato a ridosso di un grande affioramento di roccia naturale nel punto più alto della collina - ha restituito numerosi e significativi elementi culturali.
L'ingresso, volto a S, presenta un breve andito strombato verso l'interno; due lastroni ortostatici delimitano il piccolo corridoio d'accesso.
Il diametro esterno misura m 7,20. Lo spessore delle murature è di m 0,90, mentre l'altezza residua è di m 0,80.
Sulla parete N si osservano ancora tracce dell'intonaco di argilla che ricopriva zeppe di sughero utilizzate per tamponare piccole fessure della muratura.
In prossimità dell'ingresso è stata rinvenuta una grande lastra di granito fissata attraverso numerose zeppe, che veniva utilizzata, probabilmente, come piano d'appoggio. Nel lato N-O, lastroni infissi a coltello delimitavano un piccolo ripostiglio all'interno del quale sono state rinvenute numerose fusaiole fittili di forma diversa, rocchetti, pesi da telaio troncopiramidali con foro passante, una pintadera fittile, ed altro.
Il focolare, individuato al centro del vano, di forma quadrangolare, era realizzato con terra battuta sistemata su un vespaio di pietre di ridotte dimensioni che livellavano l'irregolarità del piano roccioso. Nei pressi del focolare sono emerse olle a collo distinto biansate, fornelli fittili integri, frammenti di ciotole carenate, pesi da telaio.
Gli oggetti rinvenuti in questo vano, un centinaio, erano immersi in uno strato di terra sciolta carboniosa ricchissima di argilla che proveniva dall'intonaco delle pareti e dal battuto pavimentale.
L'omogeneità del deposito archeologico del vano F attesta una sola fase di utilizzo dell'ambiente, attribuibile al IX sec. a.C. È probabile che la capanna sia stata abbandonata all'improvviso a causa di un violento incendio che ha causato il crollo delle coperture lignee. Nelle altre capanne del villaggio sono stati documentati, invece, diversi momenti culturali che vanno dalle fasi iniziali della media età del Bronzo fino alla prima età del Ferro.
Una capanna di S'Urbale è fedelmente ricostruita, anche negli arredi, presso il civico museo archeologico di Teti.
Storia degli scavi
L'area fu scavata per la prima volta nel 1931 da Antonio Taramelli; gli scavi sono ripresi, nel 1981, a cura di Maria Ausilia Fadda.
Bibliografia
A. Taramelli, "La borgata nuragica di S'Urbale", in Notizie degli Scavi, 1931, pp. 45-77;
M.A. Fadda, "S'Urbale - Teti", in Rivista di Scienze Preistoriche, XXXVII, 1982, pp. 334-335;
M.A. Fadda, "Villaggio di S'Urbale - Teti", in Settimana dei beni culturali: 10 anni di attività nel territorio della Provincia di Nuoro, Nuoro, Ministero per i beni culturali e ambientali, Soprintendenza archeologica per le provincie di Sassari e Nuoro, Ufficio operativo di Nuoro, 1985, p. 80;
MA. Fadda, "Il villaggio di S'Urbale (Teti-Nu). I materiali del vano F", in Atti del III Convegno di Studi "Un millennio di relazioni fra la Sardegna ed i paesi del Mediterraneo" (Selargius-Cagliari, 27-30 novembre 1986), Cagliari, Amministrazione provinciale-Assessorato alla Cultura, pp. 53-58.
Come arrivare
All'uscita di Teti imboccare la strada per Austis-Sorgono. Dopo poche centinaia di metri svoltare sulla destra in una strada bianca e percorrerla fino a raggiungere il sito archeologico, segnalato da un cartello.
Categoria Struttura: Area o Parco archeologico
Tipologia Contenuti:
Complesso archeologico
Archeologia
Fruibilità: aperto
Provincia: Nuoro
Comune: Teti
Macro Area Territoriale: Centro Sardegna
CAP: 08030
Indirizzo: SP 4
Telefono: +39 328 8789521 +39 0784 68120
Email: tacs.snc@gmail.com
Sito Web: tacsvt.it/prenota#!/e/d99e5a6f23cbdc248f119a43fdd646c5
Facebook: www.facebook.com/museoteti
gennaio - dicembre
Martedì
09:00 - 13:00
Martedì
15:00 - 19:00
Mercoledì - Giovedì - Venerdì - Sabato - Domenica
10:00 - 13:00
Mercoledì - Giovedì - Venerdì - Sabato - Domenica
15:00 - 19:00
Informazioni sui biglietti e sull\'accesso: Per prenotare le visite al santuario di Abini è necessario far riferimento al Museo Archeologico Comprensoriale di Teti o prenotare qui. I bambini fino 5 anni entrano gratis.
Modalità di accesso: a pagamento
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