Monumento Naturale dal 1993, il colle di Acquafredda e il suo castello medievale dominano la valle del Cixerri, in un sito rilevante per la flora, la fauna ed il paesaggio.
La tradizione attribuisce la costruzione del suggestivo castello di Acquafredda ai conti della Gherardesca, nella persona del famigerato Ugolino, ricordato nell'Inferno dantesco. Di fatto, in mancanza di sicure attestazioni documentarie, l'impianto della fortificazione si può collocare per via ipotetica nella prima metà del XIII secolo.
I Donoratico della Gherardesca entrarono in possesso della parte S/O della Sardegna dopo la caduta del regno di Cagliari. Con la prigionia di Ugolino nella torre della Fame, il castello passò nelle mani dell'amministrazione pisana e successivamente, nel 1326, finì sotto il controllo della Corona d'Aragona.
È del 1408 un documento che sancisce la smobilitazione delle truppe ancora alloggiate nel castello, ormai inutile in un'isola quasi interamente conquistata dalle truppe aragonesi. Divenuto feudo, fu affidato a Pietro Otger e successivamente fu costituito in baronia nel XVI secolo. Non è chiaro se il castello fosse allora abitabile. La prima notizia documentaria dello stato di abbandono si ha nel 1785, quando il castello viene definito ''distrutto''.
La fortificazione si articola su tre livelli: il borgo, la torre cisterna e il castello vero e proprio. Il borgo era la parte più bassa di tutto il complesso e comprendeva una serie di ambienti atti ad ospitare servi, truppe, stalle e magazzini. Il tutto era difeso da una cinta muraria merlata, lunga circa 80 metri, nella quale sono stati individuate le tracce di quattro torri e del cammino di ronda. Nel borgo è stata ritrovata anche una cisterna, voltata a botte e realizzata in mattoncini di laterizio.
Al secondo livello è ben visibile una torre cisterna, anch'essa voltata a botte e articolata in tre vani che potevano essere interamente riempiti d'acqua.
A 256 m di altezza si trova il castello vero e proprio, oggi in avanzato stato di degrado nonostante i ripetuti restauri. Doveva avere una pianta ad ''U'' e tre piani, di cui uno sotterraneo e due in elevato. Non rimane nulla del torrione principale mentre si conserva la torre di guardia, posta poco più in basso rispetto all'ingresso.
Storia degli studi
Data l'importanza del castello di Acquafredda numerosi sono gli studi condotti sin dalla fine del XIX secolo: si veda la voce ''Siliqua'' (1850) di Vittorio Angius; di qualche anno successivo è il contributo di Carlo Brundo. Più recenti lo studio di Mario Pintor e l'articolo di Foiso Fois. Di quest'ultimo è anche il contributo nel volume ''Castelli della Sardegna medioevale'' (1992). Esce nel 1995 l'articolo di Donatella Salvi, mentre del 2000 è quello di Stefano Castello e Simonetta.
Bibliografia
V. Angius, ''Siliqua'', in G. Casalis Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, XX, Torino, G. Maspero, 1850, p. 153;
E. Lucchi, ''Il castello di Quirra e la torre di Saralà: visioni di Sardegna'', in Mediterranea: rivista mensile di cultura e problemi isolani, 6, 1932, n. 1, pp. 32-36;
F. Fois, ''Il castello di Quirra, rocca dei Carroz: contributo alla storia delle fortificazioni in Sardegna'', in Studi Sardi, XXIII, 1973-74, parte I, pp. 217-227;
C. Brundo, Il castello dell'Acquafredda. Scene storiche del secolo 13, Cagliari, 1878;
M. Pintor, Acquafredda: il castello del Conte Ugolino, Cagliari, 1962;
F. Fois, ''La storia fra i ruderi: il castello di Acquafredda: un ammasso di rovine'', in Almanacco di Cagliari, 1978, senza pagine;
F. Fois, Castelli della Sardegna medioevale, a cura di B. Fois, Cinisello Balsamo, Amilcare Pizzi, 1992, pp. 49-58;
R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo '300, collana ''Storia dell'arte in Sardegna'', Nuoro, Ilisso, 1993, sch. 173;
D. Salvi, ''Siliqua, il castello di Acquafredda'', in Archeologia medioevale: cultura materiale, insediamenti, territorio, 22, 1995, p. 393;
S. Castello-S Sitzia, ''Il maniero rivisitato: nuove ipotesi sull'origine del castello di Acquafredda presso Siliqua'', in Almanacco di Cagliari, 2000, senza pagine;
G. Serreli, Tutti i castelli dei quattro regni, "Darwin. Quaderni", n. 1 (luglio-agosto 2006), pp. 104-109.
Come arrivare
Per raggiungere il castello di Acquafredda si imbocca la SS 130 e si percorrono 35 km. All'altezza di Siliqua si prende la SS 293. Dopo 4 km si arriva alle pendici del colle di Acquafredda, che è necessario scalare a piedi per raggiungere le rovine del castello.
Categoria Struttura: Monumento o Complesso monumentale
Tipologia Contenuti:
Architettura fortificata
Fruibilità: aperto
Provincia: Sud Sardegna
Comune: Siliqua
Macro Area Territoriale: Sud Sardegna
CAP: 09010
Indirizzo: SS 293, km 35
Telefono: +39 349 1564023 +39 349 7428014
Email: castellodiacquafredda@gmail.com
Sito Web: castellodiacquafredda.com
Facebook: www.facebook.com/castello.diacquafredda
Twitter: twitter.com/castacquafredda
Informazioni sui biglietti e sull\'accesso: Per prenotare o avere informazioni sempre aggiornate su costo dei biglietti e orari di visita si consiglia di consultare la pagina dedicata del sito web. È prevista la riduzione di euro 1,00 sui prezzi standard per possessori del biglietto di ingresso ai siti del Tempio di Antas, Sistema museale di Santadi, grande miniera di Serbariu, Nuraghe Seruci. Per i residenti l'abbonamento annuale da euro 10,00 si estende al nucleo familiare. Prenotazione richiesta solo per visite guidate.
Modalità di accesso: a pagamento
Informazioni sui servizi: L'ultima visita nel periodo invernale è prevista entro le ore 16:00, in modo da terminare prima del tramonto. Il castello si può visitare con la guida prenotando con qualche giorno d'anticipo e per gruppi di almeno 8 persone, oppure senza, poiché il sentiero è provvisto di cartelli informativi e fotografici. Ogni visita guidata ha una durata di circa 1 ora e 15 minuti. La prenotazione per le visite guidate, e per i laboratori didattico educativi, può essere effettuata anche nel sito web.
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