La Faradda è un elemento forte dell’identità sassarese, ma occorre ricordare che i Candelieri non sono un’esclusiva della città turritana. Per esempio, a Ploaghe, poco lungi da Sassari, una cerimonia simile si svolge il 15 agosto, il giorno di Corpus Domini e l’Ottava di ambedue le festività con due candelieri: uno dei contadini e uno dei pastori. I candelieri ploaghesi sono simili a quelli sassaresi. Differiscono soltanto per la presenza di una cupola nella sommità, da cui fuoriescono bandiere e che è sormontata, nel primo caso, dalla statua di Gesù Bambino e nel secondo caso da quella di San Pietro.
Anche a Nulvi, sempre in provincia di Sassari, ci sono i candhaleris. Stavolta in numero di tre: uno dei pastori, dal colore dominante verde; uno degli artigiani, azzurro; e uno dei contadini, giallo. Realizzati in legno, canne e cartapesta, hanno la forma di tabernacolo e comprendono una parte portante con le stanghe per il trasporto. Ogni candeliere pesa circa 9 quintali, è alto fra gli 8 e i 9 metri ed è trasportato da 16 uomini sia con le stanghe che con un sistema di funi.
Conclusasi la sfilata per le vie del paese, il candeliere dei pastori entra nella chiesa parrocchiale, seguito dagli altri due e tutti e tre si dispongono a corona intorno alla Vergine dormiente.
A Iglesias troviamo un interessante caso di riscoperta della tradizione. Qui, un tempo, si teneva la festa di Maria de mezo gosto, e venivano offerti ceri grandi a tal punto da restare accesi per un anno intero. La consuetudine, abbandonata, è stata ripresa nel 1992, con otto candelieri in legno, quattro in rappresentanza dei quartieri storici, tre degli antichi gremi, uno della Municipalità.
Alti quattro metri si distinguono per un fusto molto sottile, che ricorda proprio una candela.
In questo caso la cerimonia assume i tratti della rievocazione storica: assieme ai candelieri, sfilano, infatti, anche l’araldo e il breviaiuolo, il quale regge il Breve di Villa di Chiesa (codice di leggi di Iglesias risalente al 1327).
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