Il catalano è la lingua minoritaria che in Europa ha ottenuto più risultati nella politica di valorizzazione e tutela.
Per questo motivo è il modello a cui guardano tutti i gruppi linguistici minoritari europei. Recentemente è stata riconosciuta lingua co-ufficiale dall'Unione Europea. In passato, il catalano acquistò prestigio grazie alle fortune della Corona d'Aragona e della dinastia regnante di Barcellona.
Conobbe il massimo splendore nel Trecento e nel Quattrocento, per imboccare la strada del declino dopo l'unificazione dei regni iberici. Nei primi anni del XIX secolo, vari furono i tentativi di recuperare e promuovere l'uso del catalano.
Pompeu Fabre, ai primi anni del secolo scorso, portò a termine l'unificazione della grafia, normalizzata in modo da rappresentare le diverse varianti secondo un'ortografia unica. Ciò ovviamente favorì la ripresa della lingua e aiutò notevolmente nella sua promozione in concorrenza con il castigliano.
In realtà in Catalogna, già dalla fine dell'Ottocento, la borghesia più illuminata aveva sposato le tesi del catalanismo e sostenuto una politica di rilancio dell'identità nazionale e della lingua catalana.
Nonostante la parentesi negativa del franchismo, con lo Statuto della fine degli anni Settanta la Generalitat ha intrapreso una politica di normalizzazione linguistica efficacissima che non ha mancato di ottenere rilevanti risultati.
Oggi il catalano è una lingua usata da sei milioni e mezzo di persone in Spagna, Francia meridionale e ad Alghero in Sardegna. Il catalano è lingua ufficiale anche nella Comunidad Valenciana (col nome di "valenzano"), nelle Baleari e in Aragona. Inoltre, Andorra lo riconosce quale l'unica lingua ufficiale dello Stato.
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