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Settimana Santa a Iglesias

Settimana Santa a Iglesias

Settimana Santa a Iglesias

Le origini dei riti della Settimana Santa ad Iglesias risalgono alla fine del Seicento. L'insieme delle manifestazioni relative a questo particolare momento dell’anno calendariale ha inizio il martedì con la processione dei Misteri, allorché sette simulacri lignei, che rievocano le fasi cruciali della Passione del Cristo, vengono trasportati in processione per le vie cittadine. Su una portantina, ricoperta di fronde vegetali, è issato un alberello d’ulivo, sotto il quale è disposta una statua lignea raffigurante Gesù. Questo primo Mistero intende rievocare la scena del Cristo raccolto in preghiera nell’Orto del Getsemani, prima di essere tratto in arresto a seguito del tradimento di Giuda. Seguono le statue raffiguranti Gesù imprigionato, Cristo flagellato, coronato di spine, in cammino verso il Calvario, crocefisso, e infine il simulacro della Madonna Addolorata. 

Subito dopo il tramonto del Giovedì, la statua della Madonna Addolorata viene trasportata in sette chiese dove sono stati allestiti Sepolcri. Le strade si affollano di giovani e bambini con l’abito penitenziale da Baballottis, quello degli antichi Disciplinanti. Il sottofondo sonoro di questa fase rituale è dato dalla percussione dei tamburi e il suono prodotto dalla matraccas (crepitacoli). 

Il Venerdì sera si snoda la solenne processione del Descenso, che inscena il seppellimento di Cristo. La suggestione dell’atmosfera è incrementata dalla luce delle fiaccole e dal suono incessante delle matraccas, finalizzato ad allontanare il male dal mondo rimasto attonito per la morte di Gesù. Di grande impatto visivo è la presenza dei Germani, i membri dell’Arciconfraternita, il cui nome deriva dal termine spagnolo hermanos (fratelli), che indossano lo storico abito bianco inamidato e ornato di fiocchi neri, mentre sul capo portano un cappuccio (sa visiera) che ne cela il viso in segno di umiltà e rispetto. Il corteo è aperto da due grandi stendardi (is Vexillas), custoditi dall’Arciconfraternita del Santo Monte e raffiguranti simboli e personaggi relativi alla Passione. Seguono due bambini nelle vesti della Maddalena e di  San Giovanni, ricoperti d'oro conformemente alla tradizione spagnola. A seguire, gli Obrieri del Descenso e Giuseppe D’Arimatea e Nicodemo (is Varonis), che stringono tra le dita delle mani tenaglie e martello. Dietro di loro procede la lettiga (sa lettèra) ove il cui simulacro di Cristo è stato adagiato alle 15 presso l’Oratorio di San Michele, dopo essere stato deposto dalla croce. Infine, il simulacro della Madonna Addolorata recante nelle mani la corona di spine del Figlio, scortata dal popolo. La partecipazione a quest’ultima processione è corale: sicuramente si tratta di quella più attesa e alla quale tutto il popolo cerca di collaborare, compresi i bimbi più piccoli vestiti da angioletti.

Durante la notte del sabato, al canto del Gloria, entra in cattedrale il Cristo Risorto. 

La mattina della Domenica di Pasqua, ad opera della Confraternita di San Giuseppe, si svolgono due processioni: una parte dalla chiesa di San Giuseppe con il simulacro della Madonna, l'altra dalla Cattedrale con quello di Gesù Risorto.

La sera del martedì dopo Pasqua, dopo la Messa Capitolare nella cattedrale cittadina, avviene la processione di S'inserru, che si sdoppia con tre inchini e tre saluti man mano che i simulacri di Gesù Risorto e della Madonna si allontanano per essere accompagnati rispettivamente nella chiesa di San Francesco e nella chiesa di Giuseppe.

Storia dell’evento

Evidente è l’influsso della cultura iberica sulla Settimana Santa di Iglesias, tanto nei dettagli, quanto nelle atmosfere che animano i diversi momenti rituali. In particolare l'Arciconfraternita del Santo Monte – nata nel Cinquecento e nel 1616, per bolla di papa Paolo V, viene elevata ad Arciconfraternita  –  è regolata da antiche consuetudini per lo più rimaste immutate nel corso dei secoli.

Aggiornamento

24/3/2024 - 20:09

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