Seguici su
Cerca Cerca nel sito

La semina

La semina

La semina

La semina si svolge da novembre a dicembre, dopo l’opportuna preparazione del terreno. A settembre avevano inizio i lavori per l’aratura. Nel mese di ottobre si concimava il terreno; non a caso nella variante linguistica campidanese si definisce questo mese «mes’ ’e ledàmini» (lett.: ‘mese del letame’). Il momento della semina (semenai e sim.) era accompagnato da numerosi rituali di propiziazione e forme di pronostico legate all’esito dell’annata agraria. Per ottenere messi abbondanti, era consuetudine in diverse zone dell’Isola dare inizio alla semina il primo lunedì del mese, con la luna nuova. Come riferito dal grande linguista bavarese Max Leopold Wagner, il contadino prendeva una moneta e vi faceva sopra un segno di croce. Quindi la infilava in tasca ed estraendola traeva auspici positivi o negativi sul raccolto a seconda che la moneta si presentasse dalla parte del recto o del verso.

Di norma si seminava a spaglio, con il coinvolgimento di più di una persona. Ciascun contadino era dotato di una sporta, dalla quale prelevava di volta in volta un pugno di grano che veniva lanciato per terra, avendo cura che i semi fossero ben distribuiti. Nelle famiglie contadine del Campidano era consuetudine diffusa preparare per i bambini un pane giocattolo detto “sa scattixedda”, avente la forma della sporta usata dall’agricoltore per la semina. Il pane in questione faceva riferimento per foggia e conseguente denominazione a un oggetto della cultura materiale che preparava il bambino alle attività che avrebbe svolto una volta cresciuto. Il pane, perciò, in questo caso, oltre alla funzione alimentare e ludica, ne aveva, altresì, una educativa.

Aggiornamento

22/6/2024 - 15:40

Commenti

Scrivi un commento

Invia