Il 3 marzo 1799 il re di Sardegna Carlo Emanuele IV di Savoia sbarca a Cagliari con una corte di familiari e collaboratori in seguito alla fuga dal Piemonte, invaso dalle truppe di Napoleone Bonaparte.
La presenza della corte nell'isola, protrattasi fino al 1814, da un lato imprime vigore alla restaurazione politica e civile, dall'altro fa guadagnare ai Savoia un nuovo consenso.
Consenso che si diffonde, soprattutto, nelle classi dirigenti, che avranno poi un coinvolgimento nelle attività di governo. La presenza sabauda costituisce inoltre sia uno stimolo per le trasformazioni del gusto e della cultura, sia un elemento di freno rappresentato dalle esigenze di una nobiltà prebendata e di una grossa burocrazia.
In merito alle trasformazioni culturali è stata di rilevante importanza la figura di Carlo Felice, prima reggente poi regnante, la cui azione ha portato all'organizzazione dell'istruzione pubblica (anche universitaria) e all'espansione della vita culturale con l'istituzione di un museo e la promozione delle Belle Arti.
Tra i fattori di mutamento delle consuetudini e del gusto è da rilevare la rivalutazione – nel rapporto di alterità con la città – della campagna quale risorsa economica da gestire razionalmente. Non è un caso infatti che Carlo Felice, durante il suo secondo viceregno, si stabilisce a Villa d'Orri, la dimora di campagna del suo amico e consigliere marchese Stefano Manca di Villahermosa, situata sul Golfo di Cagliari a una ventina di chilometri dalla città. Questa nuova visione delle cose si concretizza tra l'altro nella costruzione di monumentali portali d'accesso alle proprietà coltivate e organizzate in azienda.
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