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Bottoni

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Nell'abbigliamento tradizionale sardo il bottone aveva diverse funzioni: in coppia chiudeva il collo della camicia; a volte era utilizzato per chiudere i polsi della camicia, mentre, fatto passare attraverso asole, chiudeva le maniche del giubbetto all'altezza del polso. Una serie di bottoni, in numero variabile da sette a dodici per manica, costituiva la bottoniera dell'abito femminile festivo logudorese.
Nell'abbigliamento tradizionale sardo sia maschile sia femminile il bottone aveva diverse funzioni: in coppia (bottoni gemelli) chiudeva il collo della camicia; a volte era utilizzato per chiudere i polsi della camicia, mentre, fatto passare attraverso asole, chiudeva le maniche del giubbetto all'altezza del polso. Una serie di bottoni, in numero variabile da sette a dodici per manica, costituiva la bottoniera (log. "buttonera") dell'abito femminile festivo logudorese.

Quanto a materiale l'argento è il più usato, anche se non sono infrequenti esemplari in oro. Per quanto attiene alla forma si possono individuare alcuni tipi principali: a sfera con calotte simmetriche, a forma sferica leggermente schiacciata (melagrana), a pigna con calotta inferiore emisferica e calotta superiore conica e a piastra circolare.
Circa la diffusione si può in linea di massima constatare che le forme di tipo sferico e a melagrana sono diffuse in tutta l'isola pur se con aree di maggiore o minore presenza, mentre il tipo con calotta superiore conica ha come area di diffusione soprattutto il nuorese tanto che questo particolare bottone viene indicato come "alla nuorese". Fatta eccezione per il tipo a piastra, costituito da un dischetto d'argento, quando non direttamente da una moneta con saldato il supporto di sospensione costituito da una catenella o un elemento snodato terminante con un gancio a T, tutti i bottoni risultano costituiti dall'unione di due elementi cavi saldati per la base: due semisfere, o una semisfera e un elemento a cono.

Quanto a tecnica costruttiva si possono distinguere quattro modelli base: in lamina liscia, in lamina traforata con motivi floreali e geometrici impressi a cesello (tipo martellato), in filigrana a giorno a spirali doppie opposte sistemate all'interno di scafature a goccia, di tecnica mista con calotta inferiore in filigrana "a giorno" e calotta superiore in lamina ricoperta di filigrana "a notte" avvolta a spirale. Il procedimento costruttivo del bottone prevede sempre la costruzione in piano delle singole componenti. Si inizia in pratica con il costruire degli elementi circolari piatti di diametro prestabilito al fine di ottenere oggetti finiti (in lamina o filigrana) di peso approssimativamente predeterminato e successivamente a dare la curvatura opportuna per mezzo delle bottoniere entro le quali i dischi vengono compressi a mezzo di imbutitori; quindi le parti – rese emisferiche – vengono saldate per le basi. Alla saldatura segue l'eventuale applicazione di granuli e del castone sulla calotta superiore destinato ad ospitare la pietra (generalmente turchese o granato sfaccettato). Cenno a parte è da farsi per il tipo di bottone "nuorese". Per la costruzione di questo bottone solo la calotta inferiore viene costruita col procedimento appena descritto. La calotta superiore in lamina viene sagomata su un supporto conico di ferro; segue quindi la saldatura e quindi l'applicazione del castone e della filigrana a spirale dall'alto verso il basso e la sua unione all'elemento emisferico inferiore fornito di gancio di sospensione. La circonferenza di saldatura viene quindi rifinita e mascherata con decorazioni in lamina spessa e rifinita a bulino con scanalature. L'inserimento della pietra sul castone e la lucidatura per eliminare tracce di ossido completano il ciclo di lavorazione.

In molti centri bottoni in filigrana o a piastra erano usati per chiudere e allo stesso tempo decorare il giubbetto maschile sul davanti; anche in questo caso costituivano la bottoniera.

Aggiornamento

18/9/2023 - 17:02

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