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Ardauli, Chiesa della Madonna della Guardia

Ardauli, Chiesa della Madonna della Guardia

Ardauli, Chiesa della Madonna della Guardia

Ardauli è un borgo agricolo al centro del territorio storicamente conosciuto come "Barigadu", che trae la sua coerenza ambientale sia dal paesaggio montano-collinare (soprattutto ad E), sia dagli insediamenti, caratterizzati dall'intenso impiego dei materiali vulcanici: la rossa pietra detta localmente "trachite" e la scura lava basaltica.
I lavori per la costruzione della parrocchiale, nota con l'intitolazione a Santa Maria della Guardia o alla Vergine del Buon Cammino, vennero avviati nel terzo decennio del XVII secolo per volontà del rettore Giossanto Cossu in adempimento alla volontà testamentaria di un suo predecessore, il rettore Sebastiano Dessì, morto nel 1610, che lasciò tutti i suoi beni per l'erezione della nuova parrocchiale.
La struttura dell'edificio ricalca la tipologia gotica sardo-catalana: aula mononavata voltata a botte, ripartita e rinforzata da sottarchi, su cui si affacciano quattro cappelle per lato, sei delle quali a pianta quadrata e volta a botte, due, le più prossime al presbiterio, a pianta ottagonale con copertura a crociera costolonata. La capilla mayor, leggermente rialzata, ha pianta quadrangolare e copertura a crociera costolonata e gemmata.
Il prospetto, in conci vulcanici accuratamente tagliati, si presenta dilatato in orizzontale per la presenza di due antemurarie che fungono da base ai leoni scolpiti a tutto tondo.
Sul coronamento a cuspide si apre un ampio rosone cigliato con una ricca decorazione che rimanda a esempi coevi quali il santuario campestre di San Mauro nelle campagne di Sorgono e la parrocchiale di San Giacomo a Nughedu Santa Vittoria. Quattro lesene scandiscono la parte inferiore della liscia superficie muraria vibrata solo leggermente da un sottile pittoricismo giocato sulla sobria differenziazione delle tonalità della pietra trachitica ma soprattutto nelle increspature dei rilievi scolpiti con un'incredibile varietà di motivi, in un'efficace sintesi di temi romanici, gotici e classicheggianti.
Anche all'interno la decorazione delle membrature è particolarmente varia ma, pur non mancando citazioni del repertorio rinascimentale (le cornici dentellate) e barocco (semicolonne scanalate nel presbiterio), l'opera d'intaglio dei picapedrers attivi ad Ardauli, per la forte carica popolaresca, manifesta, specie nelle basi e nei capitelli, una sensibilità polemicamente "anticlassica" e dimostra una sorprendente affinità con la primitività delle ornamentazioni altomedievali.

Storia degli studi
Studiata in precedenza da Renata Serra e Augusto Garau, la chiesa è oggetto di una sintetica scheda nel volume di Francesca Segni Pulvirenti e Aldo Sari sull'architettura tardogotica e d'influsso rinascimentale (1994).

Bibliografia
C. Maltese, "Persistenza di motivi arcaici tra il XVI e il XVIII secolo in Sardegna", in Studi Sardi, XVII, 1959-61;
R. Serra-A. Garau, "La chiesa parrocchiale di Ardauli. Un singolare monumento sardo del XVII secolo", in Studi Sardi, XX, 1966-67;
F. Segni Pulvirenti - A. Sari, Architettura tardogotica e d'influsso rinascimentale. Nuoro, Ilisso, 1994, scheda 80.

Tipologia Contenuti: Architettura religiosa

Provincia: Oristano

Comune: Ardauli

Macro Area Territoriale: Centro Sardegna

CAP: 09081

Indirizzo: piazza Salvatore Deiana, s.n.c.

Aggiornamento

5/10/2023 - 11:31

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