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anfiteatro

ambito romano

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Kategorie

Titel

anfiteatro

Beschreibung

Anfiteatro sito nella zona nord-occidentale di Cagliari, presso la vallata di Palabanda. L’edificio rientra all’interno di una tipologia costruttiva di tipo misto, ossia con parti ricavate direttamente nella roccia ed altre costruite in muratura: il monumento, in particolare, risulta scavato per due terzi direttamente nel banco roccioso calcareo costituente la collina, in risposta ad istanze pratiche di adattamento alla conformazione geologica naturale. Dal punto di vista costitutivo si compone di un’arena con la consueta pianta ellittica, di un podio con accessi che fungono da collegamento tra l’arena e l’ambulacro inferiore, di una cavea suddivisa nei tre ordini canonici di gradinate (ima, media e summa cavea) con i relativi ambulacra e vomitoria, di cryptae poste dietro il muro del podio su cui si aprivano le gabbiedelle bestie feroci e di ambienti ipogei in cui trovavano posto le fossae che ospitavano i macchinari scenici. Della facciata, sita presso l’estremità sud/sud-ovest della struttura, rimangono in situ due basamenti parallelepipedi di grandi dimensioni, costituenti le fondazioni della stessa, realizzati in conglomerato cementizio con scapoli litici di medie dimensioni, allettati con abbondante malta. L’arena, scavata quasi integralmente nella roccia se si eccettua una piccola porzione a sud-ovest, presenta, al di sotto del suo piano di calpestio, una serie di ambienti ipogei, ricavati interamente nel banco roccioso naturale, costituiti da due corridoi perpendicolari tra loro che intersecano, nel caso dell’asse minore, le fossae aperte sul piano della stessa. L’arena, nel suo perimetro, è delimitata dal podio, elemento separatore tra questa e la cavea. Parzialmente scavato nel calcare, in origine doveva presentare parte dell’alzato in blocchi squadrati, come ci testimonia la presenza di blocchi originali all’interno dell’attuale muratura realizzata in tufelli e blocchi squadrati di minori dimensioni pertinente ai restauri effettuati negli anni ’30 del secolo scorso da Doro Levi. Sul podio si aprono attualmente otto accessi simmetrici funzionali al collegamento con l’ambulacro inferiore: questo attualmente rappresenta l’unico spazio accessibile dell’intera struttura. Realizzato con due tecniche differenti, scavato nella roccia nel suo lato interno e costruito in muratura nel lato esterno, si segue per buona parte del perimetro. Coperto con un soffitto piano in alcuni punti e voltato a botte in altri, direttamente scavato nel banco roccioso e perfettamente distinguibile dai restauri del 1937 realizzati in mattoni, presenta, lungo la parete interna, diversi nicchioni rettangolari (claustra) interpretati, sulla base della presenza di vaschette rettangolari scavate nella roccia, come celle per animali. Tra i diversi vani qui presenti, si segnala un piccolo ambiente a pianta quadrangolare, con soffitto piano, doppio accesso e bancale continuo lungo la parete interna interpretato come spoliarium o camera libitina. Lungo le pareti dell’ambulacro si segnala la presenza, inoltre, di diverse nicchie di incerta funzione, forse non tutte coeve all’impianto originale. Lungo il muro interno si conservano, inoltre, lembi di rivestimento intonacale - che in qualche caso interessano anche le nicchie -, diversi incavi concavi disposti in fila verticale per l’alloggio di cancelli e numerosi maniglioni litici, ricavati direttamente nella roccia, funzionali, forse, al fissaggio di catene. Lungo il lato sud-ovest dell'anfiteatro si trova un ambiente realizzato in opus testaceum con emplecton in opus coementicium, con tre nicchie aperte sulla parete nord-ovest: l’analisi autoptica ha evidenziato la presenza di un rivestimento intonacale con tracce di affresco policromo figurato. E’ probabile che rivestisse la funzione di taberna. Tra gli elementi architettonici risalta una porzione, ancora in situ nella parte est della cavea, di cornicione modanato. Alcuni conci ad esso pertinenti si trovano erratici nell’arena. L’anfiteatro conserva inoltre, perfettamente leggibile nel suo sviluppo presso i settori est, nord ed ovest, un complesso sistema di canalizzazioni – quasi interamente scavato nella roccia e solo in parte costruito in laterizio - funzionale a deviare l’acqua meteorica dall’edificio e convogliarla in cisterne di raccolta. Dall’età giudicale fino alla metà dell’800 il monumento viene impiegato come cava di materiale da costruzione, sia di reimpiego che di nuova estrazione. Non è improbabile, tuttavia, che abbia rivestito tale funzione già in età romana. Stato di conservazione: cattivo

Physische Beschreibung

unità di misura: m; altezza: 21.40; larghezza: 79.20; MISN=92.80

Rechteninhaber

proprietà Ente pubblico territoriale

ID

2000231023

Etikett

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