Napoli, Antonella <giornalista>
"Ascoltai le parole del giudice senza abbassare lo sguardo, mentre all'esterno del tribunale un gruppetto di estremisti accoglieva la sentenza e festeggiava al grido di Allah Akbar! Non sapevo di essere un simbolo, né mi importava. Pensavo soltanto a mio marito, al piccolo Martin e alla vita che cresceva dentro di me. Pensavo che sarebbero bastate due parole per uscire dall'incubo e tornare a una vita normale. Ma che non le avrei dette. Né allora né mai. Avrei sopportato qualsiasi pena pur di difendere la mia dignità e tutelare la libertà di scegliere e credere nella propria religione. Qualsiasi essa fosse." Il suo caso ha tenuto milioni di persone con il fiato sospeso. Meriam Ibrahim Ishag, una giovane sudanese di religione cristiana, è stata arrestata da un tribunale di Karthoum dopo che un parente - un perfetto sconosciuto - l'aveva denunciata per apostasia. Incarcerata incinta con il figlio piccolo, in condizioni durissime, all'ottavo mese di gravidanza è stata condannata a cento frustate con l'accusa di adulterio per aver sposato un cristiano e alla morte per impiccagione per aver rifiutato di abiurare. In catene, Meriam ha dato alla luce sua figlia. Anche per quella bambina non ha abbassato lo sguardo. Anche per lei non ha smesso di lottare. E con lei ha lottato Antonella Napoli, la giornalista italiana che ha promosso la campagna per portare il caso all'attenzione del mondo. Il mio nome è Meriam / Antonella Napoli
Kategorie
Natur
Titel
BNI -Subjekt
Physische Beschreibung
Standardzahlen
Datum
Ort der Veröffentlichung
Dorf
Zunge
Titel Opera
Quelle
ID
Ressourcenverbindungen
Bilder
Autor : Aziz, Fuad
Jahr : 2014
Autor : Aziz, Fuad
Jahr : 2015
Ergebnisse 2 von 40230
Alle ansehenTexte
Video
Jahr : 2014
Jahr : 2012
Ergebnisse 2 von 64141
Alle ansehen
Kommentare