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La "medicina dell'occhio"

La "medicina dell'occhio"

La "medicina dell'occhio"

Fra le diverse denominazioni locali usate per definire il rito magico-terapeutico contro l'aggressione dell'occhio, quella di "medicina dell'occhio" è l'unica che sia stata riscontrata in maniera diffusa in tutte le province sarde. I guaritori contattati sono 339, di cui 321 donne e 18 uomini. Quelli sicuramente accertati ma non contattati sono circa 500.

Inoltre, per capire meglio la diffusione del fenomeno, si tenga presente che i guaritori intervistati a Padria hanno dichiarato che in quel paese gli operatori che praticano questa terapia magica sono almeno 100; gli intervistati di Sorso ne hanno dichiarato circa 200; l'associazione Pro Loco di Calasetta ne ha segnalato circa 300; a Talana "la praticano tutti", nel senso che non c'è famiglia in cui non ci sia almeno uno che la sappia fare.

Coloro che hanno appreso questa pratica in famiglia sono numericamente di poco superiori a quelli che l'hanno appresa da estranei. Il momento dell'apprendimento presenta una grande varietà di situazioni attraverso le quali diventare guaritori, ma per tutti la condizione imprescindibile è prima di tutto essere riconosciuti persona adatta. Solo in pochissimi casi il passaggio alla condizione di guaritore è avvenuto attraverso prove di verifica o attraverso un vero e proprio rito.

È opinione diffusa che tutti potenzialmente sono nella condizione di scatenare l'aggressione dell'occhio, il cui verificarsi o meno dipende dalla concomitanza di fattori diversi. Molti sostengono che il prendere occhio è un fenomeno dovuto al sangue, per cui vi sono persone che appartengono ad un ceppo familiare che per tradizione esercita questo influsso in maniera forte e continua. Sono portatori di aggressione anche i guerci e coloro che hanno gli occhi verdi. Nella provincia di Cagliari di quelli che suscitano questo particolare stato di crisi si dice che hanno la capra nell'occhio, oppure che hanno l'occhio di capra, cioè l'occhio del diavolo. In tutti i casi, ciò che determina lo scatenarsi della crisi è un atto istantaneo, immediato, difficile da controllare, quale l'incontro degli sguardi, precisamente l'incontro delle pupille.

Per far fronte all'aggressione dell'occhio sono previsti numerosi interventi di prevenzione e un numero ancora più elevato di riti terapeutici. Per quanto riguarda la terapia per il superamento della crisi provocata dall'aggressione dell'occhio, sono stati registrati ben ventiquattro modi diversi di esecuzione del rito terapeutico, modi nei quali si riscontra la presenza, diversamente combinata, dei seguenti elementi: i "brebus", preghiere quali il Padre Nostro, l'Ave Maria, la recitazione del Credo, spesso assieme all'uso di grano, acqua, sale, olio, orzo, riso, pietra, corno (di muflone, di cervo, di bue), occhio di Santa Lucia, carbone, carta. Per conseguire la guarigione il rito va ripetuto da un minimo di tre ad un massimo di nove volte. Per la risoluzione dei casi più gravi in genere è previsto l'intervento di tre diversi operatori.

Nella sola Ogliastra, e soltanto in pochi paesi, è stata riscontrata la presenza di un particolare rito terapeutico, detto "s'abba faulada", in cui la medicina dell'occhio assume la forma di un vero e proprio placebo.

Aggiornamento

6/9/2023 - 03:12

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