Oggi l'interesse nei confronti del materiale fotografico relativo alla Sardegna da parte di appassionati, studiosi, scuole e università, è ormai innegabile. L'immagine fotografica contiene, di fatto, una serie di informazioni oggettive di enorme valore e di importanza irrinunciabile per la conoscenza e lo studio del nostro passato e della nostra cultura.
La sua fruibilità risulta però difficile, così come la sua visione d'insieme, a causa del fatto le fotografie si trovano conservate in innumerevoli archivi, pubblici e privati, non solo sardi o italiani ma anche europei e americani, non sempre accessibili al grande pubblico.
Un altro elemento da tener presente quando si fa riferimento all'oggetto "fotografia" è la sua estrema fragilità e deperibilità: tutti i procedimenti fotografici, antichi e moderni, praticati in maniera più o meno perfetta, non possono garantire la durata dell'immagine oltre un certo periodo, durante il quale questa è soggetta ad alterazioni chimiche che ne provocano la graduale e inesorabile sparizione. Questo processo tra l'altro, può essere accelerato da fattori accidentali, più frequenti di quanto non si creda, come errate metodologie di archiviazione, inquinamento, incendi, allagamenti o altro.
La cernita, la riproduzione e l'archiviazione su supporto digitale, messe in atto con le migliori tecnologie oggi disponibili e secondo i criteri più accreditati, possono garantire la salvaguardia almeno del dato iconografico, oltre che facilitarne la consultazione, lo studio e l'utilizzo didattico ed editoriale.
Valutando l'enorme quantità di materiale fotografico esistente sulla Sardegna, talvolta opera dei nomi più importanti della fotografia, e analizzando la varietà di tematiche affrontate, possiamo renderci conto della sua importanza sul piano non solo regionale ma anche nazionale ed internazionale
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