Seguici su
Cerca Cerca nel sito

Settimana Santa a Cagliari

Settimana Santa a Cagliari

Settimana Santa a Cagliari

Cagliari, durante la Settimana Santa, è la scenografia naturale per eventi di intenso significato religioso. Le celebrazioni hanno inizio il venerdì che precede la Domenica delle Palme, quando si snoda la solenne Processione dei Misteri, organizzata dall'Arciconfraternita del Crocifisso.

Si parte dalla piazza San Giacomo, dove è ubicato l'Oratorio del Sant.mo Crocifisso che ospita le sette statue dei Misteri, risalenti al XVIII secolo, dello scultore Giuseppe Antonio Lonis e bottega. Le statue vengono trasportate in sette diverse chiese cagliaritane.

Il Venerdì Santo la Confraternita della Solitutudine, che ha sede nell'Oratorio delle Anime Purganti nella piazza San Giacomo, organizza la processione del Cristo Morto, che accompagna i simulacri di Cristo e dell'Addolorata nel duomo di Cagliari. Le celebrazioni, infine, si chiudono la mattina della Pasqua, durante la quale avviene S'Incontru (l'Incontro): si snodano da due punti differenti due processioni che poi s’incontrano, simboleggiando l'incontro fra Cristo Risorto e la Madonna, raffigurati dai rispettivi simulacri.

Le celebrazioni della Settimana Santa a Cagliari

A Cagliari, città che si affaccia sul Golfo degli Angeli e si sviluppa intorno al colle di Castello, le celebrazioni per la Settimana Santa si svolgono lungo le vie del centro storico, attraverso gli antichi quartieri di Marina, Villanova e Stampace.

In Sardegna, la festa tradizionale della Pasqua, Pasca Manna, è un evento religioso particolarmente sentito e si articola in una serie di riti, processioni e momenti corali che, facendo rivivere i momenti più significativi della Passione di Cristo, coinvolgono profondamente fedeli e turisti per le forti emozioni che riescono a suscitare.

La Settimana Santa cagliaritana mantiene viva la tradizione e rivela un forte influsso spagnolo.

Le Confraternite coinvolte nei riti della Settimana di Passione a Cagliari sono l'Arciconfraternita della Solitudine, l'Arciconfraternita del Santissimo Crocefisso e l'Arciconfraternita del Gonfalone sotto l'egida di Sant'Efisio Martire.

Nel Capoluogo dell’Isola le celebrazioni pasquali hanno inizio il venerdì precedente la Domenica delle Palme, allorché  ha luogo la Processione dei Misteri (Is Misterius), organizzata dall'Arciconfraternita del Sant.mo Crocefisso, che ha sede nell'Oratorio omonimo sito in piazza San Giacomo. L'istituzione della Confraternita si fa risalire alla metà del secolo XVI, epoca in cui ebbe sede nella cappella del Crocefisso situata all'interno della chiesa di San Giacomo. Un atto notarile testimonia che nel 1616 divenne Arciconfraternita aggregandosi a quella di San Marcello in Roma.

Partendo dall'Oratorio del Sant.mo Crocifisso, i membri dell'Arciconfraternita portano in processione i sette gruppi scultorei popolarmente chiamati Santi / Sacri Misteri (statue lignee del 1750 circa, opera dello scultore Giuseppe Antonio Lonis di Senorbì, la cui bottega era situata nell'antico quartiere cagliaritano di Stampace). I simulacri visitano ciascuno una delle sette chiese del centro storico, simbolo delle sette stazioni della Via Crucis. Sullo sfondo un canto corale a quattro voci tramandato oralmente. Tali canti, eseguiti con una tecnica di canto polifonico definito falsobordone, rappresentano il dialogo intercorrente tra la comunità e Dio.

Il Martedì Santo si svolge la processione dei Misteri di Stampace (una tradizione interrotta quarantadue anni fa e ripresa da due anni), organizzata dall'associazione Cuccurus Cottus e dalla compagnia degli Artieri. Anche questi simulacri sono opera del Lonis e sono portati in processione partendo dalla chiesa di San Michele in via Azuni, facendo sosta in sette chiese, inclusa la Cattedrale.

Il Mercoledì Santo le consorelle del Santissimo Crocifisso vestono a lutto la statua della Madonna Addolorata, mentre il Giovedì Santo inchiodano alla croce il simulacro del Cristo (la Crocifissione). Tali riti sono seguiti dall'adorazione del Cristo, mentre le donne portano in chiesa is nènneris, grano fatto germogliare dentro un vaso pieno di terra e bambagia al buio, affinché assuma un colore verde pallido, simbolo della resurrezione di Cristo nell’oscurità del sepolcro.

La medesima cerimonia ha luogo anche nella chiesa di San Giovanni, sede dell'Arciconfraternita della Solitudine.

Dalla chiesa di Sant'Efisio, sede della confraternita del Gonfalone nel quartiere di Stampace, si avvia la processione delle Sette chiese in cui la statua di Sant'Efisio, con l’elmo decorato da un pennacchio nero in segno di lutto, entra nelle sette edifici religiosi.

Il Venerdì Santo si svolge l'evento centrale delle celebrazioni, la processione della statua di Gesù Crocefisso, sovrastato da un baldacchino, dalla chiesa di San Giovanni diretto alla Cattedrale.

Il Cristo è accompagnato in processione anche dalla statua della Madonna Addolorata, con il petto trafitto dalla spada dei sette dolori, scortata da due bambini che impersonano San Giovanni e Maria Maddalena. La processione è aperta da due stendardi del XVIII secolo con i simboli della passione: il gallo, i chiodi, la spada, oltre al mantello e ai dadi dei soldati romani. Il corteo segue un preciso rituale, col sottofondo di rulli di tamburi e canti tradizionali, fino al momento in cui si raggiunge la Cattedrale e il Crocefisso viene consegnato nelle mani del sagrestano, mentre la Vergine è riportata nella chiesa di San Giovanni. La processione è curata dall'Arciconfraternita della Solitudine. Questa, istituita nel 1603 come Confraternita, divenne Arciconfraternita nel 1616 quando si aggregò all'Arciconfraternita della Sant.ma Trinità in Roma.

Sempre il Venerdì Santo si svolgono altre due processioni: la prima, organizzata dall'Arciconfraternita del Crocefisso, parte dall'Oratorio omonimo sito in piazza di San Giacomo e arriva alla chiesa di San Lucifero, mentre la seconda, curata dall'Arciconfraternita del Gonfalone, parte dalla chiesa di Sant'Efisio e in essa fa ritorno dopo aver attraversato il quartiere Stampace.

II Sabato Santo è caratterizzato dal rito de Su Scravamentu, la deposizione dalla croce del Cristo morto, che, disteso su una lettiga rivestita di veli e pizzi, sarà poi accompagnato alla chiesa di San Giovanni durante il pomeriggio.

La mattina della Domenica di Pasqua si celebra S'Incontru (l'incontro), il ricongiungimento delle due processioni recanti ciascuna il simulacro della Madonna e del Cristo Risorto: provenienti da direzioni opposte, quando si ritrovano uno di fronte all'altro, le statue di Madre e Figlio si salutano con un triplice inchino tra gli applausi della folla e quindi, affiancati, fanno rientro in chiesa dove sarà celebrata la Messa solenne. La gioia del momento si riflette nell'abbigliamento delle statue: il Cristo ha una fascia rossa e oro e l'aureola per simboleggiare l'avvenuta Resurrezione, mentre la Vergine indossa un abito bianco e oro con il mantello azzurro, il velo di pizzo e la corona, e ha tra le mani un mazzo di fiori.

Suggestivi anche i colori che invadono le vie della città in occasione delle processioni: i confratelli sfilano vestiti con semplici tuniche bianche legate in vita da un cordone. Di bianco sono vestiti anche i coristi che intonano canti religiosi (canti del Metastasio e l'Ave Maria in sardo).

Il Lunedì di Pasqua a Cagliari si svolge una particolare processione votiva dedicata a Sant'Efisio: un'anticipazione della Sagra di maggio in onore del martire tanto amato dai cagliaritani. Il corteo guidato dall'Arciconfraternita del Gonfalone accompagna dalla chiesa di Sant'Efisio fino alla cattedrale la statua del Santo, scolpita da Giuseppe Antonio Lonis nel Settecento. Il simulacro è vestito con la corazza, un manto rosso e l'elmo decorato da piume di struzzo policrome.

Secondo la tradizione, il Sant’Efisio viene portato in processione in ricordo della sua intercessione nel 1793 quando intervenne, rendendo inoffensive le navi francesi che assediavano Cagliari, grazie agli effetti di una tremenda burrasca.

 

Storia dell'evento

Come  in altri centri dell'isola a Cagliari le liturgie della rappresentazione della Passione e morte del Cristo vengono ancora celebrate con antichi cerimoniali di ascendenza medievale, mediati dalla tradizione iberica. Dalla tradizione spagnola, ad esempio, proviene l'iconografia della Vergine Dolente, protagonista delle celebrazioni.

 

Ai riti di origine iberica si sovrappongo poi elementi che provengono dalle ancora più antiche tradizioni campidanesi, logudoresi e barbaricine.

Di matrice precristiana, legata al ciclo di morte e rinascita della vegetazione, risale infatti la tradizione di seminare, il Mercoledì delle Ceneri, in piatti pieni di terra o di bambagia chicchi di grano o di legumi che, lasciati al buio, germogliano in fitti ciuffi di foglie lunghe e strette di colore giallo: nascono così le piantine di is nènniris che vengono esposte nelle cappelle delle chiese in cui, il Giovedì Santo, vengono allestiti i Sepolcri e adorato il Santissimo Sacramento. In passato gli steli essiccati di su nènniri, conclusa la loro funzione in ambito ecclesiastico, resi efficaci in quanto benedetti, erano  utilizzati per le fumigazioni contro svariate tipologie di malanni.

Aggiornamento

24/3/2024 - 20:10

Commenti

Scrivi un commento

Invia