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La Sartiglia di Oristano

La Sartiglia di Oristano

La Sartiglia di Oristano

La Sartiglia è una manifestazione carnevalesca spettacolare e coreografica. Il nome deriva dal castigliano "Sortija" e dal catalano "Sortilla", entrambi aventi origine dal latino sorticola (anello), ma anche diminutivo di sors (fortuna). Nell'etimologia del termine è racchiuso il senso della giostra equestre legata strettamente alla sorte, alla fortuna, ai riti pagani propiziatori di fertilità della terra.
La Sartiglia della domenica di Carnevale si svolge sotto la protezione di San Giovanni Battista e le sue fasi cerimoniali sono organizzate e dirette dal Gremio dei Contadini, mentre il martedì i riti sono a cura del Gremio dei Falegnami, sotto la protezione di San Giuseppe.
Il protagonista è su Cumponidori (il cavaliere) il cui nome deriva da quello del maestro di campo della "sortija" spagnola, chiamato componedor. La festa inizia con il lungo rituale della vestizione del capo-corsa seduto sopra un tavolo di legno: a partire da questo momento non potrà più toccare terra fino alla fine della giornata. Le donne (is Massaieddas), guidate dalla Massaia manna, vestono il cavaliere con una camicia bianca, pantaloni e cojettu di pelle (una sorta di gilet anticamente usato come abito da lavoro dagli artigiani), coprono il suo viso con una maschera androgina tenuta ferma con una fasciatura, poi gli adornano il capo con un velo da sposa e un cilindro nero. Uomo e donna al tempo stesso, su Componidori diventa una sorta di semidio.
Il cavaliere è il signore della festa. Sfila in corteo assistito da su Segundu Componidori e su Terzu Componidori, dopo aver benedetto la folla con sa Pippia de Maju (un fascio di pervinche e viole, simbolo di primaverile fecondità), ha il compito di aprire la gara, infilando per primo con la spada una stella appesa ad un filo. Sceglierà quindi i cavalieri che avranno l'onore di partecipare alla giostra. La tradizione vuole che dal numero di stelle infilate dipenda l'abbondanza o la penuria del raccolto. L'ultima corsa all'anello viene effettuata con su stoccu, un'asta di legno lavorato.
Prima delle corse delle pariglie che si susseguiranno fino al tramonto nella vicina via Mazzini, a chiusura della Sartiglia, su Cumponidori dovrà cimentarsi in "sa remada": disteso di schiena sul dorso del cavallo percorrerà al galoppo la pista, benedicendo la folla.
Il lunedì si svolge Sa Sartigliedda, una Sartiglia in versione ridotta riservata ai bambini, i quali montano i famosi cavallini della Giara. Questa manifestazione viene ripetuta anche in estate, a Ferragosto.

Le maschere
Su Cumponidori: indossa una camicia bianca, pantaloni e gilet di pelle, sul viso una maschera androgina, sul capo un velo da sposa e un cilindro nero.

Storia
Le origini della Sartiglia sono da ricercarsi nelle gare equestri medievali, praticate già dai Saraceni e introdotte in Occidente dai Crociati tra il 1118 e il 1200. Questa corsa all'anello, probabilmente presente a Oristano già nel 1350, potrebbe essere stata eseguita per la prima volta in occasione delle nozze del giudice Mariano II: in quel periodo i legami tra la corte Aragonese e quella d'Arborea permisero che i fanciulli del Giudicato venissero educati in Aragona dove quest’esercizio cavalleresco era già largamente praticato. La gara, in origine manifestazione delle classi nobiliari, divenne fin da subito l'emblema della tradizione giudicale e cavalleresca oristanese e rimane ancor oggi espressione della vita e della cultura popolare di Oristano.

Aggiornamento

6/2/2024 - 15:39

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