L'area archeologica è localizzata sul Monte Senes, in posizione di ampio dominio sulla valle del fiume Cedrino, nelle Baronie, regione costiera della Sardegna orientale.
Il complesso rientra nella categoria, piuttosto ampia e disomogenea, dei santuari di età nuragica dedicati al culto delle acque.
Esso comprende due recinti sacri, un tempio ed altri edifici connessi alle attività del santuario.
Un grande recinto rettangolare costruito con grossi massi granitici disposti a filari regolari delimita l'area destinata alla celebrazione dei riti e alla deposizione delle offerte.
All'interno dello spazio sacro si trova un secondo recinto trapezoidale che racchiude un edificio dalle caratteristiche singolari: si tratta di un tempietto vero e proprio composto da un corpo principale circolare preceduto da un vestibolo.
La costruzione è edificata con blocchi ben lavorati e disposti su filari regolari.
Il vestibolo, rettangolare in pianta, conserva, alla base del lato s., parte di un bancone-sedile funzionale alla deposizione delle offerte.
Il forte aggetto dei muri laterali e il rinvenimento, in grande quantità, di lastre piatte, inducono ad ipotizzare che il vano di accesso fosse coperto da un tetto ligneo a doppio spiovente rivestito di sottili elementi litici.
La struttura retrostante circolare - interpretata per lungo tempo come nuraghe - racchiude un ambiente, forse in origine coperto ad ogiva, che conserva in parte una larga panchina in pietra addossata alla parete.
Alcune lastre a coltello disposte in asse perpendicolare suddividono questo piano di appoggio in diversi settori.
Sul pavimento, al centro del vano, è realizzato un focolare.
I materiali recuperati all'interno della struttura - frammenti ceramici, e resti di offerte di bronzo - risalgono ad una arco di tempo compreso tra l'età del Bronzo recente e la prima età del Ferro (1200-800 a.C.).
All'interno del recinto trapezoidale, di fronte al vestibolo del tempio, sono presenti due ambienti subcircolari attribuibili a fasi successive.
Storia degli scavi
L'area è stata interessata da due campagne di scavo (2001, 2003) condotte da Maria Ausilia Fadda.
Bibliografia
M.A. Fadda, "Irgoli: tutta la preistoria della Sardegna", in Archeologia Viva, XXI, n. 91, gennaio-febbraio 2002, pp. 56-61.
S. Massetti, "Fonte e strutture di età nuragica", in Bollettino di Archeologia, 1997, nn. 43-45, pp. 192-195;
S. Massetti, A. Sanciu, "L'area archeologica di Janna ‘e Pruna e l'Antiquarium Comunale di Irgoli", Sardegna Archeologica, Guide e Itinerari n. 51, Carlo Delfino Editore, Sassari 2013.
Come arrivare
Dalla SS 131 dir all'altezza di Nuoro in direzione di Siniscola-Olbia, si prosegue fino al bivio con la SP 25 che porta a Loculi e ad Irgoli. Si esce dal centro abitato di quest'ultimo paese e si prende la strada in direzione di Capo Comino, SS 129. Poco dopo l'uscita del paese si incrocia la circonvallazione, si gira a s. e si seguono le indicazioni per l'area archeologica di Janna 'e Pruna. Si continua su quella strada per circa km 11/12, risalendo il versante del Monte Senes fino ad incontrare l'area archeologica situata a una decina di metri a d. della strada.
Tipologia Contenuti:
Monumento archeologico
Archeologia
Provincia: Nuoro
Comune: Irgoli
Macro Area Territoriale: Centro Sardegna
CAP: 08020
Indirizzo: località Monte 'E Senes
Sito Web: www.janirgoli.it/janna-pruna
Facebook: www.facebook.com/Visit-Irgoli
Informazioni sui biglietti e sull\'accesso: Per visitare il monumento si può fare riferimento all'Antiquarium comunale di Irgoli: sito web.
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