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Le grandi sagre

Le grandi sagre

Le grandi sagre

L'arco di tempo tra maggio e settembre comprendeva le grandi sagre, che ancora si svolgono in Sardegna, conosciute anche altrove sia per l'attenzione che hanno ricevuto da studiosi locali e stranieri, sia per il forte processo di istituzionalizzazione e turisticizzazione nel quale sono state assorbite da qualche decennio.

Sono appuntamenti organizzati dai Comuni o da appositi Comitati, quasi tutti con finanziamenti regionali e provinciali, che mirano prevalentemente al richiamo turistico: le usanze e le tradizioni della festa vengono opportunamente preparate da Comitati e dalle Pro Loco per la spettacolarizzazione turistica e diffuse poi capillarmente in Sardegna dalle maggiori emittenti televisive locali. Delle connotazioni della festa resta ben poco, ma soprattutto è forse irrimediabilmente infranta la possibilità della comunità di rappresentarsi e di auto-osservarsi e quindi di sentirsi protagonista dell'identità vissuta piuttosto che proclamata da occhi estranei.

Il ciclo calendariale si chiude con la commemorazione dei defunti ("sos Mortos"). La ricorrenza è scandita ininterrottamente, giorno e notte, dal suono delle campane a morto ("doppiare") e caratterizzata dall'usanza di confezionare i cibi e lasciare la tavola imbandita per il banchetto dei parenti trapassati, che si crede in questa occasione ritornino nei loro luoghi abituali da vivi. Anche la questua dei bambini a fine anno, secondo alcuni, è da riportare al ricordo dei defunti. L'innocenza, la personalità e il corpo ancora informe dei bambini li rende non ancora completamente integrati con il mondo dei vivi e particolarmente adeguati per essere tramite con il mondo dei morti. La commemorazione calendariale dei defunti suggerisce quasi il tentativo estremo di rendere probabile l'impossibile: continuare ad amare tangibilmente e nutrire i cari che non ci sono più.

Aggiornamento

26/9/2023 - 00:29

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