Seguici su
Cerca Cerca nel sito

Carnevale di Lodè

Carnevale di Lodè

Carnevale di Lodè

Il carnevale lodeino, che inizia dal giovedì grasso, è caratterizzato dalla sfilata di due gruppi di maschere in contrapposizione fra loro: sas Mascaras Nettas e sas Mascaras Bruttas.
Sas Mascaras Nettas, si muovono in coppia in silenzio, accompagnate dal suonatore di campanacci (su Marrazzaju) per arrestare una persona individuata tra la folla. Se la persona individuata è un uomo, questo deve tentare di fuggire fino a casa o fino a un determinato traguardo per considerarsi libero. Se ad essere seguita è una donna, viene messo in scena un rituale caratteristico. Sas Mascaras Nettas si fermano a qualche metro dalla ragazza mentre su Marrazzaju, agitando i campanacci, compie tre giri intorno e le si ferma davanti inchinando la testa in segno di apprezzamento. A quel punto la prescelta viene presa sottobraccio e accompagnata dalle tre maschere fino a casa, dove offre loro vino e dolci prima di essere riaccompagnata nel medesimo punto in cui è stata prelevata.
Sas Mascheras Bruttas sono piuttosto chiassose al contrario delle prime. Il gruppo è accompagnato da su Maimone, un fantoccio fatto di stracci, paglia, sughero e altri materiali. Al suo interno viene inserita una damigiana collegata alla bocca tramite un tubo. A seconda delle dimensioni, due o quattro persone, lo portano di casa in casa per riempire la damigiana di vino da condividere poi con la comunità.

Le maschere
Sas Mascaras Nettas: le maschere pulite. Sono mute, indossano indumenti maschili e femminili ma possono essere rappresentate solo da uomini. L'abbigliamento è composto da elementi tipici del costume maschile: camicia (sa kamisa), calze bianche (sas kalzas biancas) e copricapo (sa berritta), ma anche capi del costume femminile: corsetto (su kuritu) e fazzoletto (su mukkatore). Un ulteriore mukkatore viene legato in vita per coprire la parte superiore delle gambe. Fra tutti questi elementi spiccano il corpetto, variopinto e indossato al contrario, e il copricapo, tradizionalmente riempito di stracci o di carta e abbellito da un ampio scialle con le lunghe frange che coprono il volto.
Sas Mascaras Bruttas: le maschere brutte. Hanno il volto coperto da una maschera (sa caratza) composta da ossa di bovini, indossano abiti di orbace, velluto e pelle, stracci e calzari e sono dotati di accessori quali bastoni in legno, attrezzi da lavoro, armi.
Su Marrazzaju: il suonatore di campanacci che accompagna sas Mascaras Nettas e partecipa al loro rituale.
Su Maimone: un fantoccio di stracci, paglia, sughero e altri materiali. All’interno del pupazzo viene inserita una damigiana collegata alla bocca da una pompa di gomma. Per tradizione popolare simboleggia l’abbondanza e l’auspicio di una prospera annata vinicola.

Storia
Grazie alle testimonianze tramandate dagli anziani, il paese ha operato un recupero dell'antico Carnevale lodeino. A Lodè in passato erano diffuse principalmente sas Mascaras Bruttas, realizzate con stracci e vecchi abiti. Durante il processo di evangelizzazione della Sardegna centrale, la Chiesa vietò i travestimenti in forma animalesca o diabolica che rievocasse i riti dionisiaci pagani. Fu allora, probabilmente, che vennero introdotte in contrapposizione le maschere pulite (sas Mascaras Nettas).

Aggiornamento

5/2/2024 - 12:39

Commenti

Scrivi un commento

Invia