Simon Domenico
"L'origin, la natura, il buono, e il bello / de le piante a cantar oggi ne venni, se l'estro animator, e il tuo pennello, / pur questa volta, o Delio Nume, ottenni, / se quel, che m'onorò, nobil drappello, / Sua cortesia con lieta fronte accenni. / Il loco, l'argomento, la corona, / della patria l'amor tutto mi sprona. / Scuoti adunque tuoi vanni, ardita Musa / lascia i vezzi, e le grazie, e il finger vano; Fatti filosofessa, e non ricusa / penetrar di natura il cupo arcano [...]" (dal canto Primo) Domenico Simon (1758-1829), appartenente a una nobile famiglia algherese che ebbe un ruolo importante nella vita civile della Sardegna, laureato in giurisprudenza, vice-censore generale dei Monti di soccorso al fianco del Censore generale Giuseppe Cossu, partecipò da protagonista agli avvenimenti gloriosi del 1793. Eletto nella deputazione incaricata di presentare al Sovrano le cinque domande dei Sardi, visse a Torino un'esperienza dolorosa che gli fece prendere la decisione di non tornare mai più in Sardegna. Nella capitale sabauda, rifiutata la pensione attribuitagli dal Sovrano, trascorse un'esistenza ritirata e dedita agli studi, povero, "lacero nelle vestimenta, incolto in tutta la persona, ma coll'occhio vispo dell'uomo d'ingegno, colla fronte serena dell'uomo virtuoso, colla brillante parlantina di ardente patriota" (Giuseppe Manno). Pubblicato nel 1779, "Le piante" è un poemetto in quattro canti che rientra nel genere didascalico particolarmente diffuso nel Settecento. Nato per un motivo occasionale, finisce col diventare un componimento sentito nel quale l'autore riflette sulle condizioni della Sardegna, sul paesaggio agrario e sulla situazione economica che la caratterizza quando i progetti di riforma sembravano dover assicurare il rifiorimento dell'Isola.
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Auteur : Barbarito Ivana
Auteur : Ruiu Domenico
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