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Terme romane

Descrizione

Riferimento intorno; Descrizione: nel II sec. d. C. la località era frequentata dai Romani che qui crearono il centro termale delle Aquae Neapolitanae. Intorno nei secoli si venne a formare un borgo, la villa di Santa Maria de is Acquas, citato anche nel trattato di pace del 1338 tra Eleonora d'Arborea e Giovanni I d'Aragona.; Fonte: n.d.c. (Comune di Sardara) Riferimento intero bene; Descrizione: del recupero degli antichi bagni di Sardara si parlava già dal lontano 1800, nel regno di Carlo Emanuele IV, che incaricò don Gioachino Grondona, amministratore dei beni del Marchesato di Quirra, a restaurarli. Succedutogli Vittorio Emanuele, con Carlo Felice Vicerè del Regno di Sardegna che sollecitò a più riprese il Marchese e l'intervento dello stesso re sulla necessità e utilità sanitaria di recuperare i bagni termale, si giunse al dicembre 1834 alla nomina di un progettista, l'Ing. Oronesu. Contemporaneamente per le terme di Codrongianus era stano nominato l'Ing. Bonino che in due anni portò a termine il suo incarico. Purtroppo il tecnico scelto a Sardara in quegli anni non adempì all'incarico. Nel frattempo i bagni, da proprietà del marchesato, divennero comunali. ; Fonte: B 00005707 (pp. 12..21) Riferimento intero bene; Descrizione: diversi anni dopo venne incaricato l'architetto Gaetano Cima. ll suo progetto venne inoltrato dalla Giunta del Vaccino al Vicerè Carlo Felice. L'importo dei lavori previsti era di 64.504 lire e nelle casse vacciniche erano disponibili solo 36.970. Nell'attesa dell'approvazione ministeriale, decisi ad iniziare i lavori nonostante l'ammanco della restante parte, qualche azione sabotatrice di alcuni comuni interessati alla spesa di tali cifre rallentò fino a bloccare l'intervento. ; Fonte: B 00005707 (pp. 30..31) Riferimento intero bene; Descrizione: il progetto rimase sepolto fino al 1860, quando il Cima lo regalò al Comune di Sardara. L'edificio, oltre ai locali per l'uso dei bagni in comune, da realizzarsi nella parte posteriore, dovevano essere composti di altre 6 camere con doppie bagnarole per le donne e di altrettante per gli uomini, allineate lungo il cortile centrale. Le camere dovevano essere abbastanza ampie da consentire la sistemazione di un letto per il riposo. Era poi necessario predisporre un alloggio per il medico e per il personale, locali previsti nella parte anteriore dell'edificio. Inoltre era prevista una cisterna di acqua potabile al centro del cortile. Le coperture previste, per limitare la spesa e consentire una sopraelevazione, erano a volta a terrazzo. ; Fonte: B 00005707 (pp. 56..57) Riferimento intero bene; Descrizione: la soluzione al tergiversare e alla carenza di fondi fu trovata nell'intervento di imprenditori locali. L'Ing. Cav. Garbolino avanzò la sua domanda nel 1891. Il Consiglio deliberò di cedergli l'uso delle acque e dei terreni vicino le sorgenti, il diritto a costruirvi i fabbricati per realizzare lo stabilimento con l'assoluta proprietà per il periodo di 60 anni dalla data di approvazione della concessione, che avvenne il 4 marzo dello stesso anno. Qualcosa non andò e la concessione decadde. Il 6 settembre del 1896 venne avanzata una nuova domanda da un altro candidato concessionario, l'Ing. Birocchi. La sua proposta, esaminata venne approvata due mesi dopo e il contratto rogato il 24 febbraio 1898.; Fonte: B 00005707 (pp. 110..111) Riferimento intero bene; Descrizione: i lavori iniziarono nel 1898 stesso, anno in cui Birocchi si associò all'Ing. Giorgio Asproni. I lavori vengono terminati nella primavera del 1900.; Fonte: B 00005707 (p. 123) Riferimento intero bene; Descrizione: lo stabilimento termale fu attivo quindi dal 1900. L'Asproni e gli eredi di Birocchi, morto nel 1899, cedettero la concessione a Libero Rodriguez nel 1921. Nel 1948 gli eredi di quest'ultimo vendettero la concessione al Dott. Mario Mossa e l'attività continuò fino al 1958, anno dopo il quale lo stabilimento viene lasciato in abbandono.; Fonte: B 00005707 (pp. 130..134) Riferimento intero bene; Descrizione: il comune affida ad un'equipe di tecnici con capogruppo l'Arch. Roberto Badas, il recupero dell'intero compendio. I beni finora recuperati integralmente sono: #sa Domu arrubia# dove è previsto un info point, e l'ex bottiglieria in cui ha trovato già sede un bar. Gli ex Bagni romani sono stati sottoposti al ripristino della copertura, un intervento propedeutico al recupero dell'intero edificio nel futuro. Il parco è stato attrezzato con strutture lignee a pergola. L'intervento ha riguardato anche il recupero del vicino lavatoio.; Fonte: n.d.c. (Comune di Sardara)

Detentore dei Diritti

proprietà Ente pubblico territoriale; Comune di Sardara

ID

2000233897-0

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