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Regione Sardegna

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ambito Bronzo medio-I Ferro nuragico

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Descrizione

Il sito nuragico di Santu Antine si trova al centro della piana di Cabu Abbas, nella regione del Meilogu. Si compone di un grande nuraghe, costituito da un bastione trilobato che ingloba il mastio originario ed un ampio cortile, mentre tutto intorno si estende un abitato di edifici circolari e rettangolari, relativi alla fase nuragica e al successivo riutilizzo del sito in epoca romana. Nelle vicinanze è anche presente una tomba di giganti, ormai distrutta e di cui resta il solo concio a dentelli. La torre centrale, di notevole imponenza (diametro m 15.50, altezza residua 18 metri, stimata in origine circa 21 metri), dovette esistere, in un primo momento, come nuraghe monotorre isolato, come testimoniato dalla presenza di feritoie al piano terra, che furono successivamente obliterate dalle murature del bastione. La torre conserva tre camere a tholos sovrapposte, di cui due integre e la terza ridotta a pochi filari di base; la prosecuzione della scala ci indica l’esistenza originaria di un quarto livello, sicuramente quello del terrazzo. La tecnica muraria, in pietre di basalto locale, è caratterizzata dall'utilizzo di grandi blocchi poliedrici nei filari di base, mentre nei livelli superiori i conci sono di minori dimensioni e ben squadrati, disposti con particolare cura. La porta d’ingresso, volta a Sud-Est, è sollevata dal suolo per mezzo di un gradino; relativamente piccola (m 0.78 x m 1.62 alt.), sormontata da architrave con finestrino di scarico, introduce in un corridoio con copertura a lastre trasversali (lungo m 5.40, alto m 2.60). Sull’andito di ingresso si affaccia, a sinistra, l'accesso al vano-scala, mentre nella parete opposta, in luogo della consueta nicchia, si apre l'ingresso ad un singolare corridoio anulare che procede entro lo spessore murario intorno alla camera. L’andito anulare, che in origine era illuminato dalle feritoie (in numero di nove) poi chiuse con l’edificazione del bastione, attraverso tre diversi ingressi era in comunicazione diretta con la camera, nella quale si disponevano nel tipico schema cruciforme; il corridoio, percorsa l’intera circonferenza della torre, aveva quindi la sua terminazione al di sotto del primo tratto della scala, mentre nel suo percorso si apriva un pozzo per l’acqua, rinvenuto di recente. Un piccolo ambiente sussidiario, di pianta ellittica e con copertura a tholos (m 2.60 x 3.50, alto m 4.00), si apriva al di sopra dell’andito di ingresso, con il quale era in comunicazione attraverso una botola; l’illuminazione era assicurata da tre piccoli finestrelli aperti in facciata, mentre l’accesso avveniva dalla camera tramite una finestra sopraelevata, al di sopra dell’architrave della porta di accesso. La camera centrale, di pianta circolare (diametro m 5.25, altezza 8 metri circa), è caratterizzata dai tre ingressi al corridoio anulare in luogo delle consuete tre nicchie; sulle pareti, al di sopra della linea degli architravi degli accessi, sono presenti degli interstizi fra le pietre, in origine utilizzati per alloggiare le travi destinate a sorreggere un ballatoio di legno; da questo livello superiore, raggiungibile tramite una scala di legno, si poteva accedere al vano sussidiario ubicato al di sopra dell'ingresso. I piani superiori erano serviti da una scala realizzata parte a gradini e parte in piano inclinato, illuminata da diverse feritoie; sul suo percorso, fra il piano terra ed il primo, si incontra un ripostiglio-silo di pianta ellittica (lungh. m 2.50; largh. m 1.50; alt. m 2.95) con accesso dall'alto. Al primo piano, un pianerottolo illuminato da un ampio finestrone (m 0.75 x 1.55 alt.) introduce in un’ampia camera a tholos di pianta circolare (diametro m 4.85; altezza m 5.33), articolata in due nicchie lievemente sopraelevate, di cui una con pianta ad “elle” e l’altra illuminata da una feritoia; la camera presenta l’eccezionale particolarità di avere un basso bancone-sedile alla base delle pareti, analogamente a quanto osservato nelle “capanne delle riunioni” dei villaggi. L'ultimo tratto della scala, prima di proseguire verso il terrazzo, incrociava il breve andito che conduce a ciò che oggi resta della terza camera: un ambiente ellittico di circa m 2.80 di diametro, conservato solo per m 1.45 di altezza, nel cui piano si apre un profondo ripostiglio a silo (largh. m 1.60/2,45; prof. m 2.40). Attorno al mastio venne successivamente edificato un bastione trilobato a profilo sinuoso (38.80 x 39 metri sui due assi ortogonali; alt. residua delle murature 9 metri), con tre torri angolari unite da cortine sostanzialmente diritte tranne quella di Sud-Est, in cui si apre l’ingresso, caratterizzata da una marcata convessità. La porta d’accesso introduce in un corridoio, ampliato da una nicchia laterale, che sfocia nel cortile: il più vasto fra quelli interni ai bastioni nuragici (19.25 x 7.05 metri), in cui è presente il pozzo principale destinato all’approvvigionamento idrico della fortezza. Sul cortile, al piano di calpestio, si aprono gli ingressi diretti alle due torri frontali (Ovest e Est) e quelli a due anditi di raccordo che immettono nei corridoi principali di comunicazione fra le torri frontali e la terza torre di retroprospetto (Nord). Altri due ingressi sopraelevati, ai lati del mastio, davano accesso alle scale che salivano al piano superiore del bastione, dove era riprodotto l’identico schema di corridoi di raccordo fra le torri; queste ultime, dunque, dovevano avere un piano sopraelevato su ballatoio di legno, analogamente a quanto evidenziato nella camera del mastio. Una fitta serie di feritoie illuminava e arieggiava sia le torri angolari che i corridoi di raccordo, tanto al piano terra che al piano superiore. Un terzo pozzo d’acqua, presente nella torre Nord, era servito da un’angusta scaletta ed aveva forse scopi rituali: probabilmente, preesisteva all’edificazione del bastione e si decise quindi di inglobarlo nelle strutture. Altri piccoli vani e ripostigli, unitamente a brevi anditi di raccordo, si aprivano nella massa muraria della fortezza, sfruttando al massimo gli spazi disponibili. L’area del villaggio è purtroppo limitata dalla scarsa estensione del settore scavato: sono state individuate soltanto una decina di capanne, mentre altre ancora, nel lato Sud-Est, sono occultate dalla presenza da alcuni ambienti di epoca romana che vi sono sovrapposti. Stato di conservazione: discreto

Descrizione Fisica

unità di misura: mq

Data

456 d.C.; 1800 BC cal

Detentore dei Diritti

proprietà Ente pubblico territoriale

Diritti

Provvedimento di tutela: dm (l. n. 1089/1939); estremi: 1989/07/18; Provvedimento di tutela: ddr n. 106 (dlgs 42/2004); estremi: 2010/09/17

ID

2000163808

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