Seguici su
Cerca Cerca nel sito

Occlusive velari

Occlusive velari


Nel campo dei fenomeni fonetici che riguardano il consonantismo, è di particolare rilievo nel sardo il trattamento delle occlusive velari davanti a vocale palatale.
Si può ricordare inizialmente un importante fenomeno di conservazione, ossia il mantenimento delle consonanti occlusive velari sorda e sonora davanti a vocale palatale (e, i), osservabile in generale nel sardo centro settentrionale: dal lat. centu(m), ad es., si ha in sardo kéntu (che si confronta con l'ital. cento, il fr. cent, lo sp. ciento, il cat. Cent), oppure da cinque si ha kímbe (in ital. cinque, in fr. cinq, in sp. cinco, in cat. Cinc); così pure dal lat. generu(m) si ha il sardo ĝéneru (ital. genero, fr. gendre, sp. yerno, cat. Genere), e da gelare si ha il sardo. ĝelare (cfr. ital. gelare, fr. geler, sp. helar, cat. Gelar). È tuttavia differente la situazione che si osserva oggi in campidanese, ove, secondo i filologie glottologi di scuola wagneriana (che ancora raggruppa la maggior parte degli studiosi) si sono affermati dopo il Mille, per imitazione della pronuncia toscana, degli esiti che sono il frutto di quello che, in termini tecnici, si definisce un processo di palatalizzazione (si registra in sostanza il passaggio a un'articolazione più avanzata, di tipo palatale): la forma per "cento"” è qui infatti čéntu, per "cinque" si ha čínku, mentre per "genero" si ha gén(n)eru e per "gelare" gelai. La parola "bàtili" sarebbe la prova di una forma sottostante più antica che deriva dal latino "coactilem".

Aggiornamento

11/5/2023 - 16:44

Commenti

Scrivi un commento

Invia