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Antonio Garau

Antonio Garau


Antonio Garau è autore di apprezzatissime e riuscite piéces teatrali in lingua sarda, che hanno conosciuto una vastissima diffusione a livello non solo popolare.
Nasce, quinto di sette figli, a Oristano il 3 giugno del 1907 da una famiglia di commercianti. Mostra da subito di avere talento per gli studi umanistici, ma quando nel 1922 sua sorella muore, il padre lo costringe a lasciare il collegio salesiano di Santu Lussurgiu. Nel 1929 chiede al padre, che glielo vieta, di potersi iscrivere, all'Accademia delle Belle Arti. Frequenta comunque i teatri di Oristano e si appassiona al genere. Intorno al 1930 scopre gli scritti di Efisio Vincenzo Melis di Guasila, che gli aprono le porte del teatro popolare in lingua sarda. La prima opera scritta di suo pugno è "Is campanas de Santu Sadurru" (1934). Seguono le altre famosissime piéces: "Peppantiogu s'arricu" (1936), "Pibiri Sardu" (1943) e "Sonnu trumbullau" (1945). La svolta nella tecnica drammaturgica è nel 1950 con "Basciura", nella quale alla facile risata strappata al pubblico con una gag si sostituisce un riso più amaro, rivelatore di insondabili sentimenti dell'animo umano. Dopo una lunga pausa, negli anni Settanta scrive "S'urtima cena" (1972), "Sa corona de tzia Belledda" (1975), "Cicciu Fruschedda" (1977), e "Su Mundu de tziu Bachis' (1979). Per Sergio Bullegas, che ha studiato a fondo l'opera di Garau, l'universo narrativo dell'autore si muove con grande rispetto e grande sensibilità per il mondo innocente degli umili e dei poveri dei paesi sardi. Con la morte di Garau il teatro in lingua sarda è entrato in una fase di grave crisi che ancora non ha trovato modo di comporsi.

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11/5/2023 - 16:44

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