I riti della Settimana Santa
Durante la Settimana Santa di Iglesias, i riferimenti, le atmosfere della cultura e delle influenze iberiche sono molto evidenti, come dimostrano i confratelli dell'Arciconfraternita del Santo Monte che indossano un abito bianco ornato di fiocchi neri e con il cappuccio che copre il viso.
Durante la Settimana Santa di Iglesias, i riferimenti, le atmosfere della cultura e delle influenze iberiche sono molto evidenti. Protagonista della Processione del Martedì Santo è l'Arciconfraternita del Santo Monte che, oltre ad assistere i bisognosi, si occupa principalmente dei riti della Settimana Santa. I confratelli, anche chiamati Germani (dallo spagnolo Hermanos), indossano un abito bianco inamidato e ornato di fiocchi neri, sfilano in processione con sa visiera (il cappuccio) che copre il viso.
Il Martedì Santo prevede la processione dei Misteri con i sette simulacri che ricordano la Passione di Gesù Cristo. Il primo rappresenta Gesù che prega nell'orto degli ulivi. Sulla portantina preparata la Domenica delle Palme, accanto alla statua, viene sistemato un ulivo con fiori ed essenze mediterranee (alloro, rosmarino, lavanda come da tradizione spagnola) che verranno benedette e distribuite ai fedeli il giorno successivo.
Gli altri misteri rappresentano la Cattura, la Flagellazione, l'Ecce Homo, la Salita al Calvario, la Crocifissione, la Vergine Addolorata.
Questi simulacri sono portati in spalla da is Baballottis (dal sardo campidanese baballotti, "animaletti"), persone di tutte le età che partecipano alla processione, indossando una veste bianca e il capo coperto da sa visiera che nasconde il volto, ricordando gli antichi disciplinanti iglesienti, riuniti in congregazione nel 1323.
La sera del Giovedì Santo, Iglesias si riempie di Baballottis i quali accompagnano il simulacro della Madonna Addolorata che cerca di Gesù nelle chiese della città, al suono dei tamburi e delle matraccas, antichi strumenti costituiti da ruote dentate su un supporto di legno che, fatti roteare, creano frastuono. Negli altari delle chiese addobbate c'è anche Su Nenniri, il piatto in cui è germogliato al buio del grano.
La mattina del Venerdì Santo, nel quartiere Sa Costera, si svolge la processione al Monte che ricorda l'ascesa al Calvario. Dentro la chiesetta di San Michele, in un rito privato tra confratelli chiamati gli Obrieri del Descenso, si compie il rito di S'Iscravamentu (la deposizione dalla croce). La statua di Gesù viene deposta su una lettiga (sa lettera) colorata di blu notte con incisioni in oro. In serata, intorno alle venti, si procede con la processione del Descenso, la rappresentazione del funerale di Gesù. Is Vexillas, gli stendardi, aprono questa processione, accompagnati da San Giovanni e dalla Maddalena, impersonati da due bambini (secondo la tradizione entrambi maschi) che indossano abiti di foggia orientale. Seguono Is Varonis (dallo spagnolo varon, maschio, uomo), che rappresentano Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo; sono vestiti con ampi mantelli di velluto marrone e portano in mano tenaglie e martelli. Sotto il baldacchino bianco giace il corpo della statua di Gesù morto in sa lettera, mentre in fondo al corteo sfilano i confratelli dell'Arciconfraternita del Monte con il simulacro dell'Addolorata.
Durante la notte del sabato, al canto del Gloria, entra in cattedrale il Cristo Risorto. La mattina della Domenica di Pasqua, ad opera della confraternita di San Giuseppe, si svolgono due processioni: una parte dalla chiesa di San Giuseppe con il simulacro della Madonna e i ragazzi che impersonano la Maddalena e San Giovanni, l'altra dalla cattedrale con Gesù Risorto.
Le due processioni seguono itinerari diversi fino al momento in cui avverrà Su Incontru, nello spazio da Via Gramsci a Piazza Sella. I due gruppi si inchinano per 3 volte mano a mano che si avvicinano, per formare una processione unica che si avvia verso la cattedrale dove si svolgerà una messa.
La sera del Martedì dopo Pasqua, dopo la Messa Capitolare in cattedrale, avviene la processione di S'inserru: una processione unica che poi si sdoppia con tre inchini e tre saluti man mano che i simulacri di Gesù Risorto e della Madonna si allontanano per essere accompagnati rispettivamente nella chiesa di San Francesco e nella chiesa di Giuseppe.
Bibliografia
Iglesias. Architetture religiose e arte sacra. Iglesias, CTE, 2008