Per le grandi potenze del mondo antico la produzione di opere d'arte fu un'attività sempre strettamente connessa con l'esercizio del potere.
Nel caso di Roma, questo discorso assume connotati particolarmente forti ed efficaci. Roma infatti utilizza le opere d'arte come vero e proprio strumento di consolidamento della propria immagine identitaria sia nella stessa città di Roma sia nelle varie province che via via venivano soggiogate.
Il vasto e complesso linguaggio artistico elaborato dalla Grecia divenne così, nelle mani di Roma, un efficacissimo strumento capace di agevolare il dominio culturale dell'impero.
Anche la Sardegna venne investita da tale fenomeno, come dimostrano le varie testimonianze archeologiche: sculture, pitture, mosaici, rilievi architettonici, vasellame pregiato, tutto viene impiegato per generare una sempre più intensa assimilazione culturale della nuova provincia.
Ciononostante, occorre constatare che la Sardegna non giunse mai a perdere la propria matrice culturale di influenza punica, che anzi si rivelò capace di resistere in forme più o meno eclatanti alla "globalizzazione" romana.
Anche in Sardegna comunque le più rilevanti espressioni dell'artigianato artistico furono appannaggio delle classi più agiate di stanza nell'isola, anche se non mancano testimonianze di un'arte "povera".
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