
Maria Lai. Ricucire il mondo
Palazzo di Città Cagliari
10.07-2.11.2014
La mostra, curata da Anna Maria Montaldo, è dedicata alla produzione di Maria Lai dagli anni Quaranta ai primi anni Ottanta del Novecento. Il percorso espositivo, articolato in aree tematiche, inizia dal secondo piano e si articola sui vari livelli delledificio. In un crescendo di stupore ed emozioni, sono esplorati tutti i percorsi di ricerca che lartista ha sviluppato nel corso della sua vita: alcuni, pienamente compiuti, altri, appena abbozzati, troveranno una dimensione più matura negli anni Novanta e 2000.
La prima sezione della mostra è costituita dal cospicuo corpus di disegni, tecnica alla quale lartista si dedica assiduamente dal 1941, fino alla metà degli anni Sessanta. Dai disegni degli anni Quaranta emerge chiara la lezione dei primi maestri e, soprattutto, linsegnamento di Arturo Martini. Le matite e le chine si arricchiscono presto del colore di acquarelli e tempere. Accanto ai ritratti, che Maria Lai continua a tracciare con segno sempre più asciutto, negli anni Cinquanta, si affiancano i disegni ispirati ai rituali del lavoro femminile: madri con bambini, donne al forno, al setaccio, al lavatoio, donne che impastano o filano.
Al filo cucito è dedicata la successiva sezione della mostra. Straordinario e raffinatissimo strumento espressivo nelle mani dellartista, sotto forma di Lavagne, Libri cuciti o Geografie, il filo è capace di creare rimandi immediati tra passato e presente, tradizione e innovazione, storia e mito, artigianalità e concettualità. Nel 1981 il filo diventa nastro con Legarsi alla montagna, l'operazione collettiva con la quale lartista coinvolge la popolazione di Ulassai legando tutte le case del paese con un nastro celeste lungo 26 km. Perfettamente allineata alle ricerche artistiche internazionali contemporanee, Maria Lai crea con questo intervento quello che potrebbe far pensare, secondo la definizione dellartista concettuale Joseph Beuys, ad una scultura sociale. Un grande telaio allaria aperta, una metafora dellarte raccontata in mostra dalla proiezione del filmato originale. Un secondo punto di proiezione che si aggiunge a quello dedicato al materiale documentario, alle interviste e ai filmati darchivio.
Il percorso espositivo continua nel secondo sottopiano. Qui trovano spazio due differenti nuclei di ricerca. Il primo esplora i paesaggi dipinti, nei quali, a partire dagli anni Cinquanta, lartista porta avanti il discorso di sintesi, iniziato col disegno. Scenari, al limite dellastrazione, sono suggeriti più che descritti dalla griglia grafica, mentre, nella confusione tra cielo e terra, gli animali e le greggi diventano quasi rocce. Poi il pane e la terracotta. Maria Lai plasma la terracotta come il pane, materiali che oltre alla gestualità condividono la commistione dei quatto elementi: acqua, aria, terra e fuoco. Nascono i Presepi nei quali sacro e profano si incontrano in una rappresentazione religiosa anelante allinfinito, i Pupi di pane, le opere dedicate al tema dellaborto.
A sorpresa, infine, lomaggio sentito di Antonio Marras e Claudia Losi, Come piccole api operaie II (Cagliari), che, dipanandosi dal primo presepe realizzato da Maria Lai, con una teoria di fili rossi e bordeaux, collega il museo alle vie circostanti e, idealmente, le sedi di Cagliari e Nuoro.
Il percorso si conclude simbolicamente con i Telai, fulcro della sua poetica, ai quali Maria Lai si dedica a partire dagli anni Sessanta, come il Telaio del 1965, recente acquisizione della Galleria Comunale dArte di Cagliari. Nonostante levidente impronta antropologica riconduca queste creazioni alle tradizioni artigianali della Sardegna, esse rivelano un rapporto stringente con le nascenti correnti dellArte Povera e dellArte Concettuale, mentre la continua sperimentazione dei materiali le rende, nel corso degli anni, sempre più ricche di intrecci linguistici e di infinite capacità comunicative.
Contatti
Palazzo di città
Piazza Palazzo, 6, 09124 Cagliari
tel. +39 070 677 6482
orari: 10-21 (giovedì 10-24) lunedì chiuso
sito web: www.museicivicicagliari.it